Festival Aperto nel nome degli eretici

27 giugno 2015 | 18:23
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Festival Aperto nel nome degli eretici

Torna, da settembre a novembre: 46 autori, 28 artisti, 31 spettacoli di musica, danza e teatro. Tutto si svolge attorno a tre catalizzatori: Giordano Bruno, Pier Paolo Pasolini e Luigi Nono

REGGIO EMILIA – Torna, da settembre a novembre, il Festival Aperto: 46 autori, 28 artisti, 31 spettacoli di musica, danza e teatro. Tutto si svolge attorno a tre catalizzatori eretici: Giordano Bruno, Pier Paolo Pasolini e Luigi Nono. Eretico è il pensiero che si oppone all’ortodossia e all’opinione, scassina dogmi e dottrine, al limite distrugge, ma per costruire nuovi significati e comportamenti, mentre spinge la vista oltre gli orizzonti consueti.

Secondo etimologia, eretica è la voce di “colui che sceglie”, s’intende secondo consapevolezza, idee, lotte – che si sottrae cioè alla non-scelta scontata o imposta del conforme. Questo conforme ha oggi molti nomi, che fanno rima con audience, denaro, semplificazione, apparenza. Gli artisti sono eretici, quando si pongono il grande proteiforme interrogativo del nuovo e quando, nel rispondervi, tentano strade intentate. La tradizione li accompagna, in realtà, come alimento necessario ai loro slanci: né arte né eresia esistono senza storia.

Si ripropone la costante dialettica del contemporaneo non riducibile al dato cronologico di un’attualità da assecondare, ma frutto di ricerca e reinvenzione per ogni dove e in ogni tempo; la tradizione stessa, quando necessario, è tratta al contemporaneo per parlare con voce eretica. Nel Festival Aperto 2015 scorrono le forze eretiche del fare spettacolo dal vivo: inventare mondi per criticare quello esistente, costruire progetti che determinano diverse relazioni comunitarie, lanciare pensieri, suoni, movimenti, drammaturgie che sollecitano attenzione alla società distratta. Fare arte con il rigore che l’arte richiede.

Musica e teatro musicale
Due nuovi lavori di teatro musicale contemporaneo hanno per soggetto le figure di Giordano Bruno e di Pier Paolo Pasolini – eretico in senso proprio il primo, in senso figurato il secondo: entrambi martiri del libero pensiero.

Giordano Bruno, musica di Francesco Filidei, libretto di Stefano Busellato con la collaborazione di Nanni Balestrini, per la regìa di Antoine Gindt e la direzione musicale di Peter Rundel con Remix Ensemble, è una prima italiana (26/09) in coproduzione europea cui la Fondazione I Teatri partecipa con enti produttivi di Parigi, Porto, Caen, Strasburgo.

Corpi eretici, musica di Mauro Montalbetti, libretto e regìa di Marco Baliani, direzione musicale di Francesco Lanzillotta con Icarus Ensemble, è commissionata e prodotta dalla Fondazione I Teatri che la presenta in prima assoluta (il 30/10 e 1/11) nel 40° della morte di Pasolini.

Resistenza Illuminata. Omaggio a Luigi Nono nel 70° della Resistenza e della Guerra di Liberazione è il progetto regionale cui il Festival Aperto aderisce con un programma che in Luigi Nono coglie l’innovatore radicale, colui che unisce il compositore geniale, il militante politico, il visionario utopico. E attraverso Nono, altre musiche e temi: i compositori a lui per qualsiasi verso legati (da Beethoven a Boulez al giovane Agostini), la Resistenza, il lavoro, le tecnologie e, non ultima, la musica popolare – un intreccio di motivi estetici, storici e politici che ha segnato i decenni del Dopoguerra.

Il FontanaMix Ensemble diretto da Francesco La Licata tira (con Nono, Olivero, Agostini, Schoenberg, l’11/10) fili di memoria dell’Olocausto e della Resistenza.

L’Icarus Ensemble diretto da Pietro Borgonovo esegue (il 23/10) due composizioni elettroacustiche di denuncia dello sfruttamento (Nono) e della morte per lavoro (Guarnieri). Due straordinari solisti, Michele Marelli (clarinetti) Mario Caroli (flauti) con il live electronics di Tempo Reale, danno vita a un concerto ad alto contenuto tecnologico e poetico (Nono, Boulez, Stockhausen, Scelsi, Fineberg, il 31/10).

Momento culminante dell’Omaggio viene dall’Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna diretta da Roberto Abbado (14/10), con Il Canto sospeso, scritto da Nono su testi di condannati della Resistenza europea, e l’Eroica di Beethoven, le sue inquietudini post-rivoluzionarie: costruzioni musicali e visioni del mondo a un tempo.

La musica popolare – che Nono conobbe a fondo e sostenne – tocca temi che le sono connaturati: la guerra, la Resistenza, il lavoro. Bella Ciao, leggendario spettacolo del Nuovo Canzoniere Italiano con annesso scandalo politico al festival di Spoleto 1964, viene oggi riproposto da Riccardo Tesi con un nuovo cast di musicisti e folk-singers, fra cui Elena Ledda, Ginevra di Marco e Lucilla Galeazzi (il 09/10). Musica popolare e tecnologia si intrecciano, infine, in Canta che ti passa, “meditazione musicale” live electronics su canti di lavoro della tradizione popolare (Ensemble vocale L’Homme Armé e Tempo Reale, il 16/10).

Reggio Emilia – Medaglia d’Oro al Valor militare della Resistenza – è da decenni un laboratorio privilegiato di produzione e presenza della musica contemporanea, popolare, di ricerca. È da ricordare Nono spesso in città (con Abbado, Pollini e altri) fra il 1973 e il 1976 alle iniziative di “Musica/Realtà”. E l’ospitalità assidua e valorizzazione per il Nuovo Canzoniere Italiano, la musica popolare e la canzone politica. Sono vicende che la cittadinanza di oggi forse non conosce, ma che ha tuttavia sotto gli occhi nei frutti che i semi gettati allora continuano a dare.

Altri concerti, “eretici” per impaginazione inconsueta o interattività di linguaggi includono Arzân 2.0 e la MM Company in una nuova sfida sul terreno dell’interazione rock-danza: performance en plein air (20/09) che fonderà corpi e vibrazioni elettriche. Andrea Rebaudengo (pianoforte) e Mirco Ghirardini (clarinetto) tracciano un percorso cameristico eclettico, in un dialogo contrastante, ma intenso e umano, di tempi e luoghi (Bernstein, Gentilucci, Bermel, Brahms, il 9/10).

Wadada Leo Smith, finalista Premio Pulitzer per la Musica 2013, una forza guida nel jazz creative-impro contemporaneo; improvviseralla tromba (31/10) dialogando con elettronica e visual video.
War Work è il nuovo progetto che Michael Nyman ha concepito per il centenario della Grande Guerra; le sue Songs (con la Michael Nyman Band e la contralto Hilary Summers, il 25/10) s’accompagnano al film montato con sequenze selezionate in archivi francesi, tedeschi e americani.

Danza italiana
Nel 2015 è dedicato un focus a due autori italiani emergenti di grande potenziale espressivo e creativo. Il primo focus (25/09) è su Giulio D’Anna, con due performance: Data, in prima italiana, e Oooooooo, vincitrice del premio Anticorpi CollaborAction 2013.
Il secondo focus (27/09) è su Daniele Ninarello, con i due suoi lavori più recenti, Rock Rose Wow e L.a.n.d. – Where is my love, premio Anticorpi CollaborAction 2014.
La performance multidisciplinare BoleroEffect Rapsodia (the long version) di Cristina Rizzo si sviluppa attorno al Bolero di Ravel, la musica orchestrale più popolare al mondo: dallo spunto si verifica di una condizione del corpo in “apertura massima”.
Il lavoro di coreografi con giovanissimi danzatori in workshop finalizzati all’andata in scena, dà vita a Quadri della Passione / Variazioni_Reggio Emilia di Virgilio Sieni (7/10), e a Verve – quartetto colore di Marina Giovannini, a Reggio Emilia (il 24 e 25/10) subito dopo il debutto alla Biennale Danza di Venezia.

Reggioemiliadanza
Compagnie internazionali a coniugare qualità e novità con prime assolute o italiane.
Olivier Dubois, con il suo Ballet du Nord presenta due lavori: Tragédie (3/10) ovvero la “tragedia” esistenziale costituita dall’idea che “il solo fatto di essere uomini non fa l’umanità”, e Mon élue noire (Sacre # 2), assolo in prima italiana (4/10) creato per Germaine Acogny, già musa africana di Maurice Béjart.
Xin Artlab della coreografa Shi Jing Xin è una delle nuove realtà creative della Cina, da noi ancora in gran parte da scoprire. Twin City Portraits, in prima europea (17 e 18/10), è un dittico ispirato a due città simbolo: Pechino e Shangai.
Il brasiliano Grupo Corpo (10/10) si distingue per la capacità di combinare danza accademica, etnica, modern e jazz, fra contaminazione e rigore. I due titoli con una prima italiana, firmati da Paulo Pederneiras, consentono ai danzatori di scatenare un profluvio di virtuosismo, energia e sex appeal.
La Kibbutz Contemporary Dance Company (28/10) fra le maggiori di Israele, è guidata da Rami Be’er. If it All è incentrato su movimenti circolari astratti e figurativi tali che persino lo spazio scenico sembra mettersi in movimento.
La Compagnia Aterballetto presenta una serata a tre titoli (6/11). A fianco di Antitesi di Andonis Foniadakis (Miglior Coreografo al premio Danza&Danza 2012), e di L’eco dell’acqua/MH17 prima assoluta di Philippe Kratz, un passo a due di Jiri Kyliàn, 14’20”, prima assoluta del riallestimento per la Comapgnia.

Festival Aperto collabora da anni con la Collezione Maramotti su progetti esclusivi. Negli spazi della collezione d’arte permanente hanno avuto luogo i progetti di Trisha Brown (2009), Shen Wei (2011), Wayne McGregor (2013). Il nuovo progetto 2015 è affidato a Hofesh Shechter, giovane coreografo britannico di origini israeliane che, com’è consuetudine, presenterà negli spazi della Collezione la sua nuova creazione in prima assoluta e, al Teatro Cavallerizza, la prima italiana DeGeneration, serata a tre titoli, fra cui Disappearing Act, creato apposta per questo programma. Il Progetto Hofesh Shechter (dal 3 al 9/11) è in esclusiva nazionale.

Teatro civile
Tre progetti teatrali senza attori professionisti, e in tal senso “eretici”. Creati in adesione alle situazioni comunitarie e relazionali di gruppo. Questo è il mio nome (Teatro dell’Orsa, 20/09) è realizzato con rifugiati provenienti da Paesi africani e dall’Afghanistan dopo un laboratorio teatrale inserito nei Programmi per l’accoglienza di richiedenti asilo. Orlando innamorato di Marco Martinelli (18/10) “mette in vita” con ragazzi delle scuole superiori – autori accanto all’autore – il poema del Boiardo. Non sa di nomi la vita (Festina Lente Teatro, 14 e 15/11) liberamente tratto dai Sei personaggi pirandelliani è realizzato con 25 pazienti psichiatrici del Progetto Teatro e Salute Mentale, le loro vite “difficili” e la loro creatività.

Cantico delle creature emiliane (dedicato a Reggio Emilia)
Reading speciale del libro di Massimo Zamboni, L’eco di uno sparo. Cantico delle creature emiliane, Einaudi 2015. Massimo Zamboni narra una storia su Reggio Emilia che, da nipote, non ha vissuto. Per farlo chiama con sé alla lettura Giovanni Lindo Ferretti, compagno di storie vissute assieme.