Poletti: “Il lavoro a tempo indeterminato deve essere la regola”

4 giugno 2015 | 13:08
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Il ministro è intervenuto oggi al Forum sulla Coesione sociale che si è aperto al Malaguzzi. Prodi: il mondo è sempre più diviso fra ricchi e poveri ma la politica non se n’è accorta. Il premio Nobel Maskin: “Ho scoperto con piacere che Reggio è la città dove le cooperative sono nate”

REGGIO EMILIA – “Da trent’anni il mondo si divide sempre di più fra ricchi e poveri. Alcuni studiosi stanno cominciando a focalizzare l’attenzione su questa cosa. La politica? Non so, vedremo…”. Romano Prodi non è molto ottimista, almeno per ora, su come la politica riuscirà a risolvere il problema delle disuguaglianze. La nostra città, però, un po’ ci sta provando e ha organizzato, per riflettere di questa e altre questioni, il Forum internazionale sulla Coesione Sociale in corso fino a sabato al Malaguzzi.

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Stamattina c’è stata la conferenza di apertura alla presenza del due volte presidente del consiglio dei Ministri, Romano Prodi e del premio Nobel per l’Economia, Eric Maskin. I due hanno riflettuto sulle politiche sociali ed economiche adottate a livello internazionale per rendere sostenibile e accrescere il livello di Coesione Sociale nei territori.

All’incontro erano presenti anche Carla Rinaldi, presidente della Fondazione Reggio Children, Luca Vecchi, sindaco della città di Reggio Emilia, Raul Cavalli, portavoce Giornate della Coesione Sociale e Coordinatore del Comitato promotore. Poi c’è stato l’intervento di Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e Politiche sociali, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, Pietro Barbieri, Portavoce nazionale Forum Terzo Settore, e Omar Arias, Lead Economist Social Protection and Labor Global Practice, The World Bank.

Il premio Nobel Maskin: “Il modo migliore per attaccare le disuguaglianze è l’educazione”
Reggio Sera era presente al forum e ha intervistato i protagonisti. Fra questi, sicuramente, c’è il premio Nobel per l’economia Eric Maskin che ha detto: “Il modo migliore per attaccare le disuguaglianze è l’educazione. Quando dice dico educazione, intendo fin dai primi anni di vita. Noi sappiamo, per esempio, che i bambini fino da tre anni possono apprendere la solidarietà fra individui. Per questo credo che sia un grande esempio e di grande suggestione per il mondo quello di Reggio Children che anche altri Paesi dovrebbero seguire”.

Più tardi, durante il dibattito, dirà: “Ho scoperto con piacere che Reggio è la città dove le cooperative sono nate. L’Europa dovrebbe smetterla di essere ossessionata dall’austerità”. E ancora: “I mercati senza regole sono pericolosi. I governi hanno grande responsabilità nel regolamentare il mercato. Gli Usa sono usciti dalla crisi meglio dell’Europa aumentando la spesa pubblica”. Poi una riflessione sul lavoro: “Oggi lavora solo chi ha alte competenze. Lavoratori e aziende devono essere incentivati a investire in formazione”.

Prodi: “Da trent’anni il mondo si divide sempre di più fra ricchi e poveri”
Sempre prima del dibattito, ai microfoni, Romano Prodi che ha premesso: “Noi facciamo riflessioni, ma non decidiamo nulla perché non siamo il governo. Vediamo che da trent’anni il mondo si divide sempre di più fra ricchi e poveri. Da due o tre anni in qua sono nate nuove idee e il problema, finalmente, è saltato fuori e comincia ad essere affrontato da parte di molti studiosi che hanno cominciato a mettere a fuoco la questione. Ci sono dei fatti di enorme portata, oggi, che avvengono e chi sbaglia le risposte da dare, per esempio, rischia di perdere le elezioni. La finanziarizzazione dell’economia ha reso sempre più ingiuste le cose, la globalizzazione ha compresso i salari, i nuovi strumenti tecnologici rendono ancora più polarizzata l’occupazione ed eliminano la classe media. Ma in giro la sensibilità sta cambiando. Anche quella dei politici? Non so, vedremo”.

Poletti: “Bisogna che torni a diventare normale la possibilità di assumere a tempo indeterminato”
Poi c’è stata una chiacchierata fra il ministro Poletti e Prodi che gli ha detto: “Benvenuto a casa mia”. Ha detto il ministro a Prodi: “Come sto? Dopo i numeri di ieri sto meglio. Speriamo che la macchina vada. Considero importante il dato di assorbimento delle ore di cassa integrazione, perché io guardo al dato delle ore lavorate che, se aumentano, vuol dire che le cose hanno cominciato ad andare meglio. Bisogna che torni a diventare normale la possibilità di assumere a tempo indeterminato”.

E ancora ai microfoni rispondendo a una domanda su come migliorare la coesione sociale: “Io credo che il primo dato sia quello di incrementare le opportunità di lavoro, perché quando c’è il lavoro le problematiche sociali si riducono. Fino ad ora si è sempre pensato che o ci pensa il mercato, o lo Stato agli individui in difficoltà. Noi, invece, stiamo pensando a politiche sociali di presa in carico da parte della comunità e non ad erogare sussidi e basta. Poi bisogna fare in modo che questa società sia più dinamica. Veniamo dalla storia di un Paese che ha sostenuto le rendite e non ha proposto delle opportunità. Bisogna cambiare registro: il mondo del lavoro si deve aprire e deve essere più dinamico, l’ascensore sociale deve funzionare. Noi dobbiamo essere al fianco di chi ci prova”.

Vecchi: “Serve un nuovo patto fra le generazioni”
Il sindaco Luca Vecchi, nel suo intervento, ha detto: “Pensiamo che parlare di Coesione Sociale imponga uno sforzo in grado di immaginare un futuro possibile nell’ambito del quale sancire un nuovo patto tra le “generazioni” e tra gli Stati ed i loro cittadini. Pensiamo, quindi, che discutere di Coesione Sociale nelle piazze, nelle università, nelle biblioteche aprendo un confronto tra comunità scientifica, politica e cittadinanza sia l’unico modo di centrare l’obiettivo. È importante farlo ora. La Commissione nell’ambito del programma UE 2020 si prefigge una strategia che consenta all’Unione europea di raggiungere una crescita intelligente, attraverso lo sviluppo delle conoscenze e dell’innovazione; sostenibile, basata su un’economia più verde, più efficiente nella gestione delle risorse e più competitiva; inclusiva, volta a promuovere l’occupazione, la coesione sociale e territoriale. L’intenzione dei Social Cohesion Days non è la mera protesta, né sarà una battaglia contro (una tendenza dominante neoliberista, una pervasiva finanziarizzazione economica, un dilagante relativismo morale, il progressivo abbandono delle culture e delle tradizioni identitarie); sarà, invece, un’azione collettiva per formulare proposte, suggerire scenari e interpretazioni che possono contribuire sì allo sviluppo, ma del progresso umano affinché la crescita economica non sia più disgiunta dal benessere, ma ne sia strumento”.