Expo, Tecton: viaggio nel padiglione delle meraviglie

20 giugno 2015 | 12:37
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La struttura realizzata dalla coop reggiana, su progetto di Foster+Partners per conto degli Emirati Arabi, ci trasporta in un futuro sostenibile

MILANO – Un padiglione disegnato dallo studio di architetti Foster+Partners e realizzato da Tecton che è stupefacente all’esterno, con le sue linee sinuose che ricordano le dune del deserto battute dal vento, ma il cui cuore è il Palm Cinema, una struttura circolare che ricorda un tamburo dorato in cui viene proiettato “The family tree” cortometraggio nel quale la generazione di oggi incontra quella del passato riflettendo sul futuro, la saggezza degli antichi, per poter costruire un domani sostenibile.

Reggio Sera ha visitato il padiglione (erano presenti anche il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli e il sottosegretario Andrea Rossi, ndr) ed è entrata negli stretti sentieri che portano il visitatore a scoprire questo Paese affacciato sul golfo Persico che sta scommettendo molto sul futuro. Expo 2020 si terrà, non a caso, a Dubai e gli sceicchi ci tengono a fare bella figura (hanno speso complessivamente 60 milioni di euro per questa struttura, la terza più cara ad Expo, ndr) e a mostrarsi come centro economico propulsore del Medio Oriente.

Il padiglione, uno dei più frequentati di Expo, è provvisto di un sistema fotovoltaico e di recupero dell’acqua piovana. La sua conformazione e il suo orientamento garantiscono un naturale sistema di refrigerio e di sfruttamento passivo dell’energia solare, sottolineando la forte attenzione all’impatto ambientale, elevando il padiglione al livello di sostenibilità Leed Platinum.

I temi principali dell’Expo 2020 saranno sostenibilità, mobilità e opportunità, tre aspetti caratterizzanti della smart city del presente e del futuro e infatti il padiglione potrà essere smontato e verrà ricostruito a Masdar City, città a basse emissioni di carbonio negli Emirati Arabi Uniti che rappresenta i principi racchiusi nella prossima esposizione universale.

Ma gli sceicchi hanno voluto stupirci, come dicevamo, anche con gli effetti speciali nel cinema dove si viene avvolti da uno schermo circolare, dalle luci e dai suoni e perfino dal turbinio del vento quando c’è una tempesta di sabbia, ma anche alla chiusura del film quando lo sguardo degli spettatori viene catturato da un altro schermo che, con effetti dinamici, presenta i progetti futuri degli Emirati, in “Future talk”.

Qui la giovane protagonista, che sembra quasi presente sul palco con un incredibile effetto tridimensionale, chiede aiuto alla sua famiglia e al pubblico per completare un progetto scolastico. La scelta del singolo condiziona l’intero pianeta, agire nella quotidianità porta a raggiungere l’obiettivo di nutrire l’intero pianeta.

Racconta a Reggio Sera il presidente di Tecton, Fulvio Salami proprio davanti alla struttura che ha realizzato la sua cooperativa: “Questo padiglione ricorda proprio le dune del deserto, dato che i suoi progettisti si sono ispirati a quell’effetto. Mi dicono che sia una dei più visitati in assoluto di Expo per la caratterista del progetto e per lo show che il pubblico ritiene sia molto intressante. Il padiglione è stato progettato da Foster su richiesta del governo degli Emirati Arabi uniti e le sue caratteristiche sono quelle di una struttura che ricorda le caratteristiche di quel Paese e che fa parte del messaggio che vogliono trasmettere in tutto il mondo. Al termine di Expo il padiglione sarà smontato e riportato negli Emirati Arabi Uniti”.

La visita si conclude con una mostra sulla palma da dattero, fonte di vita in quei paesi e con un assaggio multimediale di quello che sarà Expo 2020. Un arabo vestito in abiti tradizionali ci saluta all’uscita: “Salam aleikum”. L’appuntamento è fra 5 anni, a casa loro, sul golfo Persico per un futuro sostenibile.