Bosi: “Basta finanza: torniamo a produrre”

26 giugno 2015 | 17:02
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Bosi: “Basta finanza: torniamo a produrre”

Confronto ieri al Caffè arti e mestieri tra Gianni D’Amato e il presidente di Sicrea Group. Lo chef: “Innovazione è fare le cose con cura e mantenere continuità con il passato”

REGGIO EMILIA – Si è conclusa ieri a Reggio la tre giorni iniziata a San Possidonio e proseguita a Modena per la presentazione di un anno di attività di Sicrea Group. Passione, impegno e gioco di squadra, sono i tre ingredienti che hanno guidato, al Caffè Arti e Mestieri, il confronto tra lo chef Gianni D’Amato e il presidente di Sicrea Group Luca Bosi.

Molte le affinità tra la vita professionale dello chef stellato e l’azienda reggiolese che da pochi mesi si è trasferita a Modena. Entrambe le imprese sono ripartite in seguito a un evento traumatico, scrivendo una bella storia, completamente nuova.

“Quella del Rigoletto – ha spiegato Gianni D’Amato – è stata una chiusura obbligata e molto sofferta da parte nostra. Dopo il terremoto però ci siamo rimboccati le maniche. Per non dimenticare chi eravamo e tenendo ben presente cos’avremmo voluto essere in futuro, abbiamo trascorso un periodo cucinando in giro per il mondo. Poi è arrivata l’esperienza del Caffè Arti e Mestieri”. Le parole di Luca Bosi fanno eco a quelle dello chef: “Il concordato per Cmr è arrivato due mesi prima del terremoto del 2012 e l’intensità è stata simile a quella sismica. Ricordo la grande apprensione di quei giorni, la paura di chi non sapeva come sarebbe stato il domani. Se la crisi oggi ci ha abituati alle brutte notizie, allora era diverso: si è trattato del primo evento traumatico e devastante all’interno del sistema cooperativo. Tra l’altro a quel tempo c’era un altro assetto di legge: firmare un concordato allora rappresentava una cesura che richiedeva un nuovo inizio. Dovevamo rispondere ai soci lavoratori che quel giorno non avevano più prospettive”.

I numeri presentati da Sicrea Group, a tre anni di distanza da quell’evento parlano chiaro: gli indicatori finanziari del bilancio sono tutti di segno positivo. A fine 2014 la produzione è salita a 88 milioni di euro, con un +18% rispetto al 2013.

Storie dell’Emilia che si rimbocca le maniche e riparte. “Abbiamo abbandonato del tutto il mondo immobiliare – ha spiegato ieri Bosi, ricominciando da quello che si fa a casa propria: spendere un po’ meno di quanto si guadagna. Abbiamo ridotto del 40% le retribuzioni, riallineandole al mercato, e riorganizzato la produzione”.

Poi è arrivato il trasferimento a Modena, che ha suscitato qualche malumore. Continua Bosi: “Le imprese funzionano se, nel momento in cui bisogna prendere decisioni anche difficili, si ha il coraggio di decidere. Siamo stati realisti e abbiamo pensato al bene dell’azienda. Quella di Sicrea Group è una storia di professionalità e grande solidarietà. La cassa integrazione è un sacrificio e avere esuberi non è una passeggiata. Stiamo investendo in formazione per dare alle persone un futuro, dentro l’azienda o fuori da essa”.

Un altro punto in comune tra le due storie sta nella capacità di interpretare la parola innovazione. “Per me – dice lo chef – significa prima di tutto innovare sul territorio. Fare le cose con cura e mantenere continuità con il passato. L’erbazzone contemporaneo, uno dei cavalli di battaglia della mia cucina, è il simbolo di questo spirito”. Anche per il presidente Sicrea Group si tratta di una sorta di “ritorno al futuro”: “L’innovazione più grande che abbiamo attuato è stata nel modo di lavorare, di organizzarci: siamo tornati a fare le cose semplici. Per 10 anni in azienda abbiamo parlato di finanza, non di produzione. Un dato che ci ha deviato e che ci ha fatto dimenticare le cose più importanti, che sono quelle più semplici”.

Nel 2014 Sicrea Group, che oggi si compone di 7 società, ha realizzato opere per 51 milioni nel settore delle costruzioni e 38 milioni nelle infrastrutture, le commesse attive sono 87. Spiccano, per volumi, l’edilizia sanitaria e scolastica. Forte l’impegno anche sul fronte del recupero danni causati dal terremoto: il gruppo, a tre anni dal sisma, ha al proprio attivo ben 97 cantieri in 25 diversi Comuni.

Il piano commerciale 2014 ha consentito di raddoppiare il volume delle acquisizioni rispetto all’anno precedente. Per il 2015 si prevede un traguardo ambizioso sulle nuove acquisizioni di 100 milioni di euro: nei primi mesi dell’anno i segnali sono incoraggianti.