Acqua pubblica, ecco il piano B dei sindaci

11 giugno 2015 | 18:22
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Acqua pubblica, ecco il piano B dei sindaci

Si fa strada l’ipotesi di una gara a doppio oggetto: spunta un tesoretto da 90 milioni

REGGIO EMILIA – Una società pubblica, che ha come soci i Comuni e che ha già la concessione dell’acqua, che poi dovrà indire una gara per cercare il partner industriale idoneo che, quasi sicuramente, sarà Iren o una sua controllata. Questo dovrebbe avvenire con una gara a “doppio oggetto” che è quella con cui, nell’ambito di una medesima procedura di aggiudicazione, si sceglie il socio privato e si affida alla società – resa “mista” con l’ingresso del nuovo partner operativo, o costituita come tale fin dall’origine – un determinato servizio (in questo caso la gestione dell’acqua pubblica).

Tramontata, oramai, l’idea di costituire una società pubblica al 100%, è questa la nuova sfida per i primi cittadini. Si tratta ora di una lotta contro il tempo perché i Comuni della nostra provincia dovranno costituire la società entro il 30 settembre, data entro cui Atersir, il cui consiglio locale, composto dai sindaci della provincia, dovrà espletare la gara. Gara che non ci sarebbe bisogno di indire se si riuscirà a costituire questa società pubblica titolare della concessione che poi affiderebbe il servizio, tramite un’altra gara a doppio oggetto, a un partner privato.

Questa strada permetterebbe di avere un controllo pubblico percentualmente elevato (società pubblica, più partner privato, Iren, in parte pubblico a sua volta, ndr) e non metterebbe a rischio la concessione perché eviterebbe la gara. Ora, e non sarà facile, bisogna lavorare per capire come fare la gara a doppio oggetto, sviscerare i risvolti finanziari, normativi e societari dell’operazione. Ma è questa la strada su cui i primi cittadini si stanno incamminando.

C’è poi anche l’ipotesi di utilizzare i 90 milioni contenuti nel fondo di ripristino Agac Infrastrutture come capitale iniziale dei Comuni per la costituzione di una società pubblico-privata, affidando al partner privato il compito di mettere il resto dell’investimento.

Si dovrà anche lavorare a un accordo con Iren per fare in modo che i Comuni non debbano indebitarsi per creare questa nuova società. In questo caso, se il partner industriale fosse la multiutility, si potrebbe costruire un piano finanziario per consentire a Iren di rientrare dai suoi crediti.