Vicari: “Imprese, troppe resistenze all’innovazione”

18 maggio 2015 | 16:13
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Vicari: “Imprese, troppe resistenze all’innovazione”

Convegno, stamattina nella sede di Confcooperative, con uno dei più grandi consulenti italiani in materia di innovazione e marketing strategico

REGGIO EMILIA – E’ un autentico scossone al sistema imprenditoriale quello che ha offerto Salvio Vicari, uno dei più grandi consulenti italiani in materia di innovazione e marketing strategico, nella sala convegni di Confcooperative, dove oggi si è parlato degli attuali e futuri scenari competitivi, delle opportunità di sviluppo che si generano nell'”oceano blu” (il mercato che ancora non esiste o non è presidiato) e di innovazione d’impresa, tema rispetto al quale – ha detto Vicari – esistono tuttora resistenze fortissime.

“Un ritardo – ha detto Vicari – prima di tutto culturale, che parte da una insufficiente visione dell’evoluzione possibile dei mercati e che, proprio per questo, limita la possibilità di intervenire nei cambiamenti e che si può spingere fino a guidarli per accrescere le possibilità di crescita”.

“Ai problemi indotti dalla crisi economica, ma anche dai processi di internazionalizzazione e globalizzazione (e tra questi la riduzione della durata del vantaggio competitivo, la contrazione della domanda, la riduzione della spesa pubblica e le difficoltà finanziarie) – ha detto Vicari – si contrappongono, infatti, opportunità (dalle nuove tecnologie alla nascita improvvisa di nuovi mercati, alla scomparsa di rigidi confini tra settori produttivi, ad una società multiculturale) che impongono una sorta di “distruzione creatrice” fatta di nuovi servizi e prodotti, nuovi modelli di business, nuovi modi di organizzare l’attività, nuovi tipi di relazioni, nuovi mercati”.

“Ma è qui che tanta parte dell’impresa – ha detto Vicari, Professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, membro del Dipartimento di Management dell’Università Bocconi, di cui è stato prorettore – deve superare le tante resistenze all’innovazione, attestate dal fatto che alla base della piramide delle adesioni a questi processi prevale ancora largamente un atteggiamento passivo, per poi salire verso condivisione e sostegno (ma anche in questo caso senza reali investimenti e apporti creativi) e, finalmente, arrivare ai primi gradini in cui si parla di partecipazione, impegno e, proprio all’apice, di un entusiasmo ancora poco diffuso”.

“Di fronte alle crisi – ha aggiunto Vicari nel confronto in Confcooperative  – troppi manager sono ancora indotti a cercare altre vie, che vanno dal nascondere l’errore al negare le responsabilità, a tentativi di rimedio che includono anche processi di fusione e/o acquisizioni che nell’80% dei casi non funzionano per problemi di combinazione di asset, d’integrazione organizzativa, di dissonanza strategica e manageriale”.

“Eppure, proprio questi processi rappresentano un’importante via di crescita, ma a patto – ha detto Vicari – che siano finalizzati allo sviluppo di progetti innovativi, all’esplorazione di nuove opportunità tecnologiche e di mercato, all’ingresso in nuovi business, all’acquisizione di nuove risorse e capacità strategiche”.

Proprio su questo piano, emblematiche le testimonianze scelte da Confcooperative, che hanno visto interloquire con Vicari il responsabile risorse umane di Cir-Food, Giordano Curti, la presidente di “Progetto Crescere, Patrizia Fantuzzi, e il direttore della cooperativa L’Ovile, Silvio Bertucci.

L’incontro con Vicari, uno dei “guru” della consulenza sulle gestione delle imprese non solo in Italia, per Confcooperative si è rivelato propedeutico ad “ALTAcoop”, un percorso di alta formazione per la classe dirigente cooperativa che partirà dopo l’estate e si rivolgerà a tre diverse tipologie di utenti: giovani cooperatori, amministratori e manager di imprese e, infine, percorsi su misura di consulenza e formazione per dirigenti di imprese complesse e orientate ai mercati internazionali.