Unieco e Coopsette, si complica il processo di integrazione

11 maggio 2015 | 16:44
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Unieco e Coopsette, si complica il processo di integrazione

Contando i voti dei soci lavoratori, vincerebbe il no. Ma aggiungendo quelli dei sovventori il risultato si ribalta di poco. L’azienda: “Decideremo nei prossimi giorni”

REGGIO EMILIA – L’assemblea dei soci ha sostanzialmente messo in stand by, spaccandosi in due, il possibile percorso di integrazione fra le attività di costruzioni di Unieco e Coopsette. E’ quello che emerge da un comunicato dell’azienda in cui la coop scrive che i soci “sono sostanzialmente equamente divisi tra le due ipotesi presentate”.

E aggiunge: “Nei prossimi giorni gli organi dirigenti di Unieco valuteranno tali risultanze e decideranno in merito. Ci preme solo rilevare, in questa sede, che il budget 2015 è stato approvato all’unanimità e che l’assemblea  è stata conclusa con un intervento del presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, che ha offerto un efficace ed apprezzato contributo alla assemblea”.

Sabato scorso al centro Malaguzzi i soci si sono divisi nel corso di un’assemblea affollata e partecipata con alcune differenze che devono essere spiegate, anche se qui si entra in questioni piuttosto tecniche e statutarie.

Il punto è questo: se si contano solo i voti dei soci lavoratori vincerebbe di misura il no (poche decine di voti su cinquecento circa) alla costituzione della newco con Coopsette, mentre se si contano anche i voti dei soci sovventori (soci lavoratori sovventori e onorari) allora vincerebbe di misura il sì. C’è chi fa notare però che, per fare vincere il sì, bisognerebbe pesare i voti dei soci sovventori (che da statuto dovrebbero pesare meno) esattamente come quelli dei soci lavoratori.

Dal voto emergerebbe dunque che chi lavora dentro alla coop teme maggiormente gli effetti di un’integrazione delle attività edili con Coopsette rispetto a chi è solo socio sovventore.

Una questione piuttosto complessa da dirimere, quindi e un bel rebus per il presidente Mauro Casoli dato che il voto dell’assemblea gli consegna un’azienda che ha dato prova di un grande esercizio di democrazia ma che, di fatto, è spaccata in due.