Spese pazze, chiesto il rinvio a giudizio per Filippi

18 maggio 2015 | 14:56
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Spese pazze, chiesto il rinvio a giudizio per Filippi

L’ex consigliere regionale del Pdl, a cui sono contestati 56mila euro, è accusato di peculato insieme ad altri 10 consiglieri del gruppo

REGGIO EMILIA – E’ arrivata la richiesta di rinvio a giudizio anche per i consiglieri ex Pdl della Regione Emilia-Romagna della passata legislatura, l’ultimo gruppo che mancava all’appello nell”inchiesta della Procura di Bologna sulle spese indebite effettuate dai gruppi consiliari tra giugno 2010 e dicembre 2011. Fra questi c’è anche l’ex consigliere regionale reggiano Fabio Filippi a cui vengono contestate dalla procura 56mila euro di spese.

Nel Pdl, la richiesta di processo per peculato riguarda 11 ex consiglieri, compreso l’allora capogruppo Luigi Villani, che risponde anche di omesso controllo sui rimborsi degli altri consiglieri. Gli importi contestati sono rimasti tutti invariati, rispetto agli avvisi di fine indagine del novembre scorso, ad eccezione di Galeazzo Bignami, per cui sono venuti meno 3.800 euro di consulenze di cui Bignami e’ stato in grado di dimostrare la correttezza con i documenti portati ai pm: dai 39.000 euro contestati nell’avviso di fine indagine, l’importo per cui la Procura chiede il processo dunque ammonta ora a circa 35.000 euro.

Bignami e’ anche l”unico consigliere che e’ stato rieletto insieme ad Enrico Aimi, a cui sono contestate spese illecite per 58.000 euro. Le contestazioni per gli altri ex consilieri sono 205.000 euro per Villani; 89.000 per Luca Bartolini; 67.000 per Gianguido Bazzoni; 56.000 per Fabio Filippi; 84.000 per Andrea Leoni; 70.000 per Marco Lombardi; 53.000 per Mauro Malaguti; 26.000 per Andrea Pollastri e 40.000 per Alberto Vecchi.

L’inchiesta sulle spese dei gruppi e’ dei pm Morena Plazzi e Antonella Scandellari, con la supervisione del procuratore aggiunto Valter Giovannini e del procuratore capo Roberto Alfonso. Delle 41 persone finite sotto inchiesta (41 consiglieri e una segretaria), alla fine dei conti se ne sono ”salvati” solo due, Paola Marani e Antonio Mumolo (entrambi Pd), per cui e’ stata chiesta l”archiviazione e non il rinvio a giudizio (fonte Dire).