Fiere, Ascom: “Rinegoziare affitto ramo d’azienda”

20 maggio 2015 | 10:09
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Fiere, Ascom: “Rinegoziare affitto ramo d’azienda”

La proposta di Donatella Prampolini consentirebbe di continuare ad allestire gli eventi. Ora il confronto con il liquidatore e le istituzioni locali

REGGIO EMILIA – Non tutti a Reggio Emilia si rassegnano al declino delle Fiere. Da Donatella Prampolini, presidente di Confcommercio, arriva infatti la proposta di un nuovo piano di salvataggio dell’ente di via Filangeri, che sta nel frattempo perdendo una manifestazione dopo l’altra. La proposta di Prampolini, che sara’ inoltrata a breve alle Istituzioni locali e al liquidatore giudiziale dopo il via libera ottenuto dalla giunta di Confcommercio e da Federalberghi, insiste in particolare su una delle ultime operazioni che hanno interessato l’ente nel 2014.

Ovvero, la nascita di Fieremilia, newco promossa e partecipata dalla Provincia di Reggio che ha sottoscritto un contratto d”affitto del ramo d’azienda degli eventi con la societa’ principale Reggio Emilia Fiere. Tuttavia, dopo la cancellazione da parte dell”attuale amministrazione del maxi conferimento di 20 milioni al polo fieristico deciso da Sonia Masini, la Provincia non e’ riuscita a onorare l”accordo per il salvataggio della parte immobiliare e il Tribunale di Reggio ha chiesto il recesso dell’affittanza del ramo d’azienda a partire dal il 31 dicembre del 2015. Da qui la proposta di Confcommercio, che e’ quella di rinegoziare l’affitto del ramo di azienda relativo all’organizzazione degli eventi, stabilendo una durata a lungo termine, con la possibilita’ pero’ di recedere con dodici mesi di preavviso, anziche’ sei.

“Il termine di 12 mesi diventa indispensabile per consentire la programmazione degli eventi- motiva Prampolini – garantendo la continuita’ e l”avviamento aziendali, nell’interesse degli stessi creditori e di quella fetta cospicua dell’economia locale che ruota intorno all’indotto”. Questo non sarebbe pero’ l’unico beneficio perche’ “nelle more della vendita all’asta verrebbero riscossi i canoni e, nel caso di cessione ad un altro ente fieristico, il nuovo acquirente si troverebbe con una rimanenza iniziale determinata dagli eventi gia’ calendarizzati”.

Qualora poi l’acquirente fosse un soggetto diverso, interessato solo all’area, “diventerebbe necessario un cambio di destinazione d’uso, procedimento complesso il cui iter di approvazione non si concluderebbe comunque prima di un anno”. Per Prampolini, inoltre si guadagnerebbe una certa “tranquillita’”, anche in vista di possibili accordi con i territori limitrofi.

E non escludendo nemmeno la Fiera di Milano con cui in passato ci sono stati alcuni contatti. “Oltre a svolgere un ruolo propulsivo e di coinvolgimento – promette il presidente di Confcommercio – come associazione ci impegniamo a dare il nostro contributo nell’attivita’ di ricerca degli interlocutori”. Secondo Prampolini, infatti, “e’ un tentativo che va fatto, meglio se con la condivisione e la partecipazione di tutte le organizzazioni imprenditoriali” (fonte Dire).