Expo, Tecton ha costruito il padiglione degli Emirati Arabi

1 maggio 2015 | 09:34
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Una commessa da 60 milioni di euro di 4.386 metri quadrati che prende ispirazione dal paesaggio degli Emirati Arabi Uniti e si avvale di tecnologie verdi e sostenibili

REGGIO EMILIA -“Food For Thought”, cibo per la mente, è il nome scelto dagli Emirati Arabi Uniti per presentare il loro padiglione a Expo 2015. E Tecton è la società cooperativa che hanno scelto per realizzarlo. Otto mesi di lavoro ininterrotto che hanno impegnato 74 aziende, di cui 39 reggiane, e oltre 280 uomini per realizzare 4.386 metri quadrati di padiglione progettato da Foster + Partners, uno degli studi internazionali di architettura più famosi al mondo. Un investimento complessivo di 60 milioni di euro, di cui 12 milioni di importo lavori prettamente edili.

Questi i numeri con cui si è confrontata Tecton, la società cooperativa di Reggio Emilia, annoverata tra i principali leader a livello nazionale nei settori interiors, costruzioni, restauro conservativo e decorativo e allestimenti museali, che proprio quest’anno celebra i suoi 125 anni di attività. Un bel modo di festeggiare, ma non è la prima volta di Tecton all’Expo. Già nel 1906 partecipò all’Esposizione internazionale di Milano con la Società cooperativa pittori, decoratori e imbiancatori di Reggio Emilia, a cui fu riconosciuta la medaglia d’argento di collaborazione e prima ancora, nel 1900, intervenne all’Expo di Parigi.

Dopo più di cento anni, Tecton ritorna a Expo per realizzare uno dei padiglioni più all’avanguardia per quanto riguarda architettura e tecnologia, evocativo della natura, della cultura, della vita e delle tradizioni degli Emirati Arabi, sede della prossima esposizione internazionale nel 2020.

Il padiglione poi dovrà essere smantellato e allestito nuovamente ad Abu Dhabi. Questa la condizione posta dai committenti.  Una sfida importante per i progettisti – guidati dall’architetto Gerard Evenden, senior executive partner di Foster + Partners – che hanno impiegato tre anni ed oltre mille tavole progettuali per studiare un’opera che rispondesse a criteri di smontabilità e di riutilizzo, ma soprattutto che avesse prestazioni energetiche adattabili alle diverse condizioni climatiche di Milano e degli Emirati Arabi.

Un impegno notevole da parte di Tecton per realizzare un’opera che rispondesse ai rigorosi criteri imposti dai committenti e dai progettisti, affrontata con un approccio multidisciplinare in cui la tradizione artigiana e l’efficienza esecutiva, unite alle soluzioni tecnologiche più innovative, hanno permesso di sviscerare ogni dettaglio pur mantenendo, sia da un punto di vista architettonico che progettuale, la visione di insieme che ha consentito di completare l’opera nei tempi fissati.

“Il poco tempo a disposizione per la realizzazione di un progetto così ampio, la difficoltà tecnica dell’opera e l’alta qualità delle finiture hanno reso particolarmente complicata l’operatività – ha commentato Fulvio Salami, presidente della società cooperativa – ma grazie all’ottimo rapporto di collaborazione che si è creato con gli architetti dello studio Foster & Partners, siamo riusciti a realizzare il padiglione in tempi davvero da record”.

Un lavoro di squadra iniziato a Milano, prima negli uffici, per le fasi di messa a punto del progetto, poi sul cantiere, e che ha coinvolto pienamente anche Reggio Emilia, dove i progettisti dello studio Foster + Partners e i committenti sono venuti più volte per verificare personalmente con i tecnici della cooperativa la qualità dei materiali e delle campionature.

“Un lavoro accurato e minuzioso, protrattosi per tutta la durata del cantiere, le cui dimensioni, in relazione al numero di persone contemporaneamente impiegate, hanno richiesto particolare attenzione anche in merito alla sicurezza” ha sottolineato il presidente Salami, esprimendo soddisfazione e gratitudine per l’efficienza dimostrata dai dirigenti e dai tecnici della cooperativa nell’organizzazione e nella gestione del cantiere.

Il progetto
Il progetto del padiglione degli Emirati Arabi Uniti per EXPO 2015 a Milano è una creazione di Foster + Partners, uno dei più importanti studi di architettura mondiali, ed è stato realizzato da Tecton Società Cooperativa.

Sviluppato su tre livelli, con una superficie di 4.386 mq, il padiglione prende ispirazione dal paesaggio degli Emirati Arabi Uniti e si avvale di tecnologie verdi e sostenibili. Al termine di Expo Milano 2015, il padiglione degli Emirati Arabi Uniti sarà smantellato e riallestito ad Abu Dhabi, pertanto la progettazione ha dovuto tener conto sia delle condizioni generali di Milano sia di quelle della capitale degli Emirati Arabi Uniti.

Lo spazio del padiglione ha la forma di un canyon, lungo 140 metri, definito da setti e pareti curvilinee alte 12 metri. L’architettura evoca da un lato le strette strade pedonali delle città della penisola arabica, caratterizzate da una struttura urbana che gode di una naturale efficienza energetica, e dall’altro le forme morbide e sinuose del deserto. Per rafforzare questa relazione tra il padiglione e l’affascinante paesaggio degli Emirati, le pareti sono texturizzate con motivi ispirati ai chiaroscuri creati dalle dune sabbiose del deserto.

Natura, cultura, architettura, vita e tradizioni delle Comunità degli Emirati sono richiamati anche con modalità immateriali, ad esempio attraverso una ricostruzione digitale degli acquedotti che hanno tradizionalmente reso possibile l’agricoltura nel clima arido degli Emirati, e attraverso dispositivi a realtà aumentata che raccontano la lunga storia del Paese arabo, o ancora, mediante contributi interattivi che presentano Dubai quale sede dell’EXPO 2020.

A fianco della mostra principale, l’auditorium multimediale, che forma il fulcro del padiglione, dedicato ad ospitare una serie di eventi. Al termine del percorso espositivo è stata allestita un’oasi verde arricchita di piante che richiamano la flora degli Emirati, dove si aprono una caffetteria ed un ristorante con cucina araba moderna. Il padiglione è costituito da un’ossatura metallica rivestita di pannelli in calcestruzzo fibro-rinforzato. Questo renderà possibile smontare facilmente l’intera struttura che dovrà essere riallestita ad Abu Dhabi.

L’adozione di soluzioni avanzate per quanto riguarda il riciclaggio dei materiali, lo sfruttamento energetico passivo, l’ombreggiatura ed il raffrescamento naturali, la raccolta delle acque piovane e la generazione di elettricità con pannelli fotovoltaici, garantiranno al padiglione una elevata sostenibilità, sino al livello LEED “Platinum”.