Coopsette in difficoltà, chiesto un nuovo concordato

27 maggio 2015 | 18:02
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Coopsette in difficoltà, chiesto un nuovo concordato

Dopo il mancato rispetto di alcuni dei punti del piano di rientro dei debiti per evitare azioni esecutive da parte di alcuni creditori

REGGIO EMILIA – Nuovo scossone per il colosso edile della cooperazione Coopsette di Castelnovo Sotto schiacciata sotto un passivo di 700 milioni di euro. Dopo la mancata fusione con Unieco, bocciata da meta’ dei soci di quest’ultima, e schiacciata dalla crisi del comparto delle costruzioni, l’azienda ha infatti depositato in Tribunale a Reggio Emilia un nuovo ricorso per attivare il cosiddetto concordato con riserva (articolo 161, sesto comma della legge fallimentare).

Oltre alle inchieste pendenti (Tav di Firenze, resort di Campione e grattacielo di Torino su tutte), per la coop si sono aggiunte anche difficoltà nella vendita immobiliare, ritardi nei pagamenti per commesse pubbliche e fornitori che spingono di riavere indietro i propri soldi.

La procedura, come spiega Coopsette in una nota “ha lo scopo di evitare, almeno temporaneamente, che la stessa possa essere destinataria di azioni esecutive o cautelari sul suo patrimonio e quindi, in un’ottica conservativa, mira a proteggere e segregare quest’ultimo affinche’, in questo delicato momento di tensione finanziaria della societa”, possa, fra le altre cose, anche essere preservata la par condicio”.

Il deposito del ricorso, aggiunge la coop, “si e’ reso necessario in considerazione delle sopraggiunte difficolta’ sul piano finanziario in cui e’ di recente incorsa la cooperativa, anche a causa dell’intervenuto mancato conseguimento, specie in termini di incassi, di alcuni obiettivi del piano di ristrutturazione dell”ex articolo 182 bis della legge fallimentare”.

L”azienda assicura pero’ che “ha predisposto e sta lavorando alla ultimazione di un piano volto ad assicurare la continuita’ aziendale, diretta o indiretta, nonche’ a tutelare al meglio il patrimonio aziendale e i creditori sociali”. Adesso la palla ritorna al Tribunale che decidera’ “in merito alla fissazione di un termine per la presentazione della proposta concordataria e del piano sottostante alla stessa, entrambi finalizzati alla sistemazione dei debiti della societa’”.

Nel corso di questo periodo, viene sottolineato, “la cooperativa potra’ legittimamente continuare la propria attivita’ e, sempre nel medesimo periodo, il pagamento delle forniture di beni e servizi che verranno effettuate sara’ assicurato dalla natura prededucibile dei relativi crediti che sorgeranno in capo ai fornitori”.

“Coopsette lavorera’, sotto il profilo strategico, all”identificazione di potenziali partner industriali al fine di rafforzare la propria presenza sui mercati di riferimento, dopo le forti difficolta’, finanziarie e non, che hanno caratterizzato la vita della Cooperativa negli ultimi anni”. Il consiglio di amministrazione, infine, “e’ impegnato a compiere una corretta e tempestiva opera di informazione nei confronti dei soci, dei dipendenti, dei fornitori, del ceto bancario, delle istituzioni e di ogni altro portatore di interesse, assicurando l’impegno della cooperativa alla tutela di tutti i soggetti coinvolti”.

Queste le tappe per accedere al concordato con riserva. Ci sarà la nomina da parte del tribunale di un giudice delegato e dei commissari giudiziali (commercialisti o avvocati, più d’uno vista la mole dell’operazione) con fissazione di un termine (fino a 90 giorni) entro il quale la coop dovrà presentare il piano concordatario definitivo. Saranno quindi i professionisti a vagliare la proposta di rientro, che dovrà essere avallata dal giudice e poi votata dai creditori, perché diventi esecutiva. E qui è il vero scoglio, perché se questi ultimi diranno di no saranno guai grossi per la coop di Castelnovo Sotto.