Calcioscommesse, arrestato il “borettese” Traorè

19 maggio 2015 | 10:54
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Calcioscommesse, arrestato il “borettese” Traorè

Il 24enne originario della Guinea, ora al Santarcangelo, viveva nella Bassa ed è cresciuto nelle giovanili del Guastalla e del Boretto

REGGIO EMILIA – C’è anche un calciatore borettese d’adozione fra i 50 arrestati nell’inchiesta della Dda di Catanzaro sul sospetto di partite di calcio truccate in Lega Pro e Serie D. E’ Mohamed Lamine Traorè, originario della Guinea, 24 anni, in forze al Santarcangelo. L’accusa, per lui come per gli altri di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose (ndrangheta in particolare).

Traorè è nato a Kindla (Guinea). Terzino destro, arriva in Italia nel 2001 all’età di dieci anni, e si stabilisce a Boretto. Nella società locale muove i primi passi negli Esordienti, ma dopo soli sei mesi finisce negli Esordienti Fair Play del Guastalla. Viene poi notato dal Parma in un torneo a Montecavolo che lo tessera. Traorè fa tutta la trafila nelle giovanili sino agli Allievi

E’ coinvolto, insieme agli altri 49 arrestati e a settanta indagati, nel nuovo terremoto nel mondo del calcio che tocca la Lega Pro e Serie D. La Polizia sta eseguendo decine di fermi in tutta Italia nell’ambito di una nuova inchiesta sul Calcioscommesse, nei confronti di calciatori, dirigenti e presidenti di club. L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Catanzaro e e dallo Sco di Roma. L’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sono 50 i fermi, oltre 70 gli indagati. Oltre 30 le squadre coinvolte. Le perquisizioni sono in corso nelle sedi di diverse squadre.

I poliziotti del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Catanzaro stanno operando nelle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova e Savona.

Ad alcuni indagati vengono contestate le aggravanti mafiose e transnazionali. L’inchiesta ha preso il via grazie alle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto elemento di vertice dell’omonima cosca che opera a Lamezia Terme, arrestato giovedì scorso in una operazione della polizia contro la ‘ndrina.

Quella degli Iannazzo, secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia, è una cosca “d’elite della mafia imprenditrice” dedita agli affari, ma anche capace di scatenare una guerra con altre consorterie per mantenere il proprio predominio sul territorio. Nel corso dell’operazione condotta la settimana scorsa da squadra mobile di Catanzaro, Sco, Dia e Guardia di finanza, sono state una quarantina le persone arrestate, tra le quali alcuni imprenditori. E’ stato captando alcune conversazioni di Pietro Iannazzo nel corso di quella indagine che gli investigatori hanno saputo delle combine su varie partite dei campionati di Lega Pro e Cnd per alterare i risultati al fine di ottenere vincite cospicue con le scommesse.