Caffè arti e mestieri, omaggio a Friedmann e al Sorbara

21 maggio 2015 | 18:31
Share0
Caffè arti e mestieri, omaggio a Friedmann e al Sorbara

Presentato ieri il progetto della Cantina di Carpi e Sorbara in cui il vino diventa un libro

REGGIO EMILIA – Un vino secco, tagliente, pieno di sfumature e carattere, profondamente rispettoso dell’identità territoriale del Sorbara. Omaggio a Gino Friedmann è l’ambizioso progetto della Cantina di Carpi e Sorbara nato con l’obiettivo di recuperare l’essenza più autentica del Sorbara, della sua storia e del suo territorio, reinterpretandola in chiave evoluta.

Friedmann fu un grande innovatore del suo tempo e lo stesso spirito anima il Lambrusco, premiato nell’edizione 2015 con i 3 bicchieri dalla guida del Gambero Rosso. Oggi il vino diventa un libro che porta lo stesso nome, “Omaggio a Gino Friedmann”, scritto dal giornalista e degustatore Giorgio Melandri, che racconta con acuta sensibilità la storia del vino pluripremiato, del suo ispiratore e del territorio in cui nasce. Protetta dalle leggendarie nebbie emiliane, infatti, si nasconde una filiera unica al mondo per varietà e qualità.

“Nel progetto Gino Friedmann c’è da una parte l’intenzione di prendere in mano la classica identità del Sorbara, come dimostra la scelta di utilizzare la vecchia etichetta della cooperativa –  spiega Melandri –  dall’altra appare significativa la modernità di un vino verticale e purissimo nel linguaggio”.

L’idea di vinificare il Sorbara in purezza è abbastanza recente. Poter scegliere tra le uve dei 2.300 ettari coltivati dai 1.100 soci della Cantina di Carpi e Sorbara significa poter garantire ogni anno una selezione di Sorbara di altissima qualità. Su questa possibilità di controllo della filiera è nato, con la vendemmia 2012, “Omaggio a Gino Friedmann”.

“Con questo vino e questo libro abbiamo voluto celebrare uno dei pionieri della cooperazione e grande riformatore della viticultura, del quale proprio oggi si celebra l’anniversario della nascita, che fu promotore della cantina sociale di Nonantola, poi confluita nel 2004 nella Cantina di Sorbara”, racconta Carlo Piccinini, vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara. Friedmann, che visse agli inizi del ‘900, fu presidente della comunità israelitica locale e figura di primo piano sulla scena politica e sociale, soprattutto durante il secondo conflitto mondiale.

“Passione, tradizione e autenticità, ma anche lungimiranza e innovazione – conclude Piccinini – sono i valori che emergono dalla parole del libro. Gli stessi che abbiamo voluto dare al vino che gli rende omaggio”. Il Sorbara, tra tutti i lambrusco, è quello con il maggior patrimonio di identità ed  è quello più vicino alla vite selvatica. Teso e minerale, scarico di colore e affilato in bocca, è un vino austero e profondo nei profumi che rimandano alla viola e alla rosa. Richiede i terreni poveri e sabbiosi, come quelli attorno agli argini di Secchia e Panaro, formato dalle alluvioni dei due fiumi.

“Semplice ma sanguigno, schietto ma di carattere. È il vino Pop, il giusto mix tra genuinità e originalità” afferma Luca Gardini, Sommelier Campione del Mondo, presente oggi alla presentazione che si è tenuta al Caffè Arti e Mestieri di Reggio Emilia.  Tra tutti i lambrusco il Sorbara è il più adatto alla rifermentazione in bottiglia senza sboccatura: in onore a questa tradizione, Omaggio a Gino Friedmann viene prodotto con questa tecnica in una serie limitata, confezionato con la caratteristica legatura a spago.