Acqua, Sel minaccia: “Società pubblica o usciamo dalle giunte”

29 maggio 2015 | 12:02
Share0
Acqua, Sel minaccia: “Società pubblica o usciamo dalle giunte”

L’assemblea federale ha approvato all’unanimità un odg durissimo: erano presenti anche il vicesindaco Sassi e il consigliere regionale Yuri Torri

REGGIO EMILIA – Sel minaccia di uscire da tutte le alleanze e le giunte con il Pd in provincia, compreso a Reggio, se non ci sarà “una ripubblicizzazione dell’acqua al 100%”. L’assemblea federale ha votato all’unanimità (con una astensione di Maurzio Vergallo) la mozione presentata dal coordinatore Michele Bonforte. Erano presenti anche il consigliere regionale Yuri Torri e il vicesindaco di Reggio Matteo Sassi.

Nel documento scrive che se l’acqua venisse privatizzata “si tratterebbe di una violazione degli accordi di coalizione, che a quel punto sarebbe di fatto venuta meno”.

Sel chiede di seguire la proposta di una società al 100% pubblica ma, secondo quanto risulta a Reggio Sera, all’interno della discussione di ieri sera, ci sono stati anche interventi favorevoli all’adesione al piano presentato nei giorni scorsi dal vicesindaco Sassi che mira a costituire una società mista pubblico e privata con i soci pubblici al 51% e con, dall’altra parte, Iren e Mediterranea delle acque (controllata di Iren). La proposta, tuttavia, per ora, non è ancora sul tappeto dato che sono in corso analisi sulla fattibilità e quindi, attualmente, Sel lancia un aut aut ai sindaci dei Comuni della provincia.

Nell’ordine del giorno approvato ieri sera Sel fa presente che il 12 e 13 giugno 2011 oltre il 68% dei cittadini residenti in provincia di Reggio Emilia si sono recati a votare per alcuni referendum abrogativi (il dato provinciale di affluenza più alto in Italia), fra cui in particolare due quesiti riguardanti il tema dell’acqua pubblica sui quali circa il 96% dei votanti si è dichiarato a favore dell’abrogazione di due norme che limitavano fortemente il concetto di pubblicità ed equa gestione del servizio idrico.

Poi rileva che i quattro governi che si sono succeduti nel periodo 2011-2015 – esecutivi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi – “non hanno attuato la volontà politica espressa dagli italiani con il voto del 12 e 13 giugno 2011, anzi hanno indotto e promosso legislazioni finalizzate ad impedire agli Enti Locali di realizzare percorsi di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato”.

acqua-pubblica-624.660x368Fa notare anche che “la ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato era ed è un punto centrale del programma elettorale della coalizione PD-SEL che ha sostenuto l’elezione a sindaco di Reggio Emilia di Luca Vecchi” e che “negli ultimi due anni è stato avviato un percorso di analisi e condivisione sul tema dell’acqua pubblica tutt’ora in corso. Lo scopo è quello di definire un soggetto pubblico finalizzato alla gestione del servizio idrico non prima, tuttavia, di aver verificato la fattibilità economico finanziaria derivante dalla costruzione di un solido piano industriale che consenta di non pregiudicare, con l’avvio del processo di pubblicizzazione, i risultati di qualità e di eccellenza conseguiti a Reggio Emilia nella gestione del servizio idrico integrato”.

Ricorda poi che il termine perentorio per disporre l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato è il 30 settembre 2015 e rimarca che “a fine maggio 2015, a poche settimane dalla scadenza dei termini soprariportati relativi all’affidamento del Servizio idrico, i sindaci della provincia non si sono ancora pronunciati circa la forma di gestione da adottare”.

Infine chiede al sindaco di Reggio Emilia, come da mozione recentemente approvata, “di prevedere una discussione in consiglio comunale in merito alle proposte di fattibilità economica a cui sta lavorando l’assessore Tutino e in seguito di avanzare una proposta da sottoporre all’assemblea dei sindaci della provincia di Reggio Emilia” e “considera inaccettabile affidare la gestione del servizio idrico integrato attraverso la modalità della procedura di evidenza pubblica. Si tratterebbe di una violazione degli accordi di coalizione, che a quel punto sarebbe di fatto venuta meno”, infine “da mandato ai propri consiglieri ed amministratori presenti nei comuni della provincia di Reggio, di rappresentare queste posizioni nelle giunte e nei consigli comunali”.