Frode Iva da 20 milioni di euro: arresti a Reggio

22 aprile 2015 | 11:34
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Frode Iva da 20 milioni di euro: arresti a Reggio

A carico di due società attive nel modenese nella produzione di materiale informatico

MODENA – La Guardia di finanza scopre una frode all’Iva per 20 milioni di euro a carico di due società attive nel modenese nella produzione di materiale informatico. Eseguendo un’ordinanza del gip del Tribunale di Modena, questa mattina all’alba le Fiamme gialle hanno messo agli arresti (quattro persone in carcere e due ai domiciliari) nelle province di Modena, Reggio Emilia, Bologna e Padova. La Finanza parla di “organizzazione criminale”; le perquisizioni sono tuttora in corso nelle case degli indagati.

A seguito di indagini avviate nel luglio dell’anno scorso, è emerso come le società in questione avevano acquistato sistematicamente merce senza pagare l’Iva. Questo attraverso un meccanismo semplice ma efficace, dice la Finanza: venivano rilasciavate ai fornitori delle “dichiarazioni d’intento” false, simulando di essere “esportatori abituali” e beneficiando così della normativa che concede la possibilità, a chi esporta, di comprare beni e servizi senza pagare l’Iva entro un limite definito “Plafond Iva”. In questo modo le due società, che anziché esportare rivendevano i beni in Italia, si erano appropriate indebitamente dei 20 milioni di euro di Iva, che invece avrebbero dovuto versare all’erario.

Nel corso delle indagini è emerso anche come i soggetti arrestati fossero i mandanti ed organizzatori di un’altra imponente frode fiscale, scoperta dai finanzieri modenesi nel giugno 2014, nell’ambito dell’operazione “Avatar“, che aveva scovato un’evasione di circa 100 milioni di euro di imposte dirette e 13 milioni di Iva, nonché l’emissione di fatture per operazioni inesistenti pari a 250 milioni e l’utilizzo di fatture false per altri 225.

Nell’organizzazione criminale, tra l’altro, risultano coinvolti anche altri nove soggetti (residenti nelle province di Modena, Bologna, Reggio Emilia, Parma e Brescia) per i quali è scattata la denuncia a piede libero. Nel corso dell’operazione è stata data esecuzione ad un decreto d’urgenza di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, fino ad un valore di 17 milioni, emesso dalla procura di Modena e finalizzato alla successiva confisca per “equivalente” dell’illecito profitto conseguito.