Confcooperative: “Le diete penalizzano i prodotti dop”

16 aprile 2015 | 11:27
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Confcooperative: “Le diete penalizzano i prodotti dop”

Chiesto l’intervento del governo contro le norme adottate in Gran Bretagna che danno i voti all’agroalimentare in base a grassi, sali e zuccheri

REGGIO EMILIA – “In contraddizione con il sistema delle Dop a livello europeo, per le quali è assicurata qualità e sicurezza lo scorso anno la Gran Bretagna ha introdotto un sistema di etichette contrassegnate da un semaforo in cui il rosso scatta semplicemente in base ai contenuti in sali, zuccheri e grassi. Con quel sistema di classificazione persino l’olio di oliva, la pasta, il prosciutto, per arrivare al Parmigiano Reggiano, vengono contrassegnati da un bollino rosso, generando perplessità e allarme del tutto ingiustificati tra i consumatori”.

Lo afferma Albergo Lasagni, responsabile delle coop agricole ed agroalimentari di Confcooperative che chiede al governo italiano una “forte azione politica” per risolvere il problema confusione che si è ingenerata sulle etichette alimentari in Europa e dei rischi che si stanno addensando sull’export di alcuni nostri prodotti agroalimentari.

Secondo Confcooperative “dietro quelli che vengono spacciati come “consigli” per la lotta all’obesità si nasconde, in realtà, una battaglia commerciale. Continua Lasagni: “La procedura d’infrazione avviata nello scorso autunno dalla UE nei confronti della Gran Bretagna è tuttora ferma al palo, mentre si moltiplicano quelle che possono rappresentare pretestuose barriere nei confronti delle nostre eccellenze alimentari, con grave pregiudizio nei confronti degli interessi dei nostri produttori”.

Secondo Confcooperative anche altri paesi dell’Unione europea stanno ostacolando le esportazioni dei nostri prodotti Dop. “Olanda, Svezia, Danimarca e Islanda – dice Lasagni – hanno adottato sistemi simili (ovvero segnalazioni in etichetta, che in questo caso individuano gli alimenti ritenuti migliori) con l’autorizzazione dell’Unione Europea, e la stessa operazione sta per scattare in Francia. Al di là della confusione che si sta ingenerando quali sono i criteri scientifici e quali sono i possibili interessi economici in base ai quali si definisce un alimento migliore dell’altro? A livello Europeo è possibile che ogni Paese possa adottare diversi criteri di valutazione sullo stesso alimento? E’ possibile che il destino di tanti prodotti si possa giocare discrezionalmente su simboli, semafori o sorrisi?”.

“Proprio per questo – conclude Lasagni – chiediamo un’azione politica determinata a livello nazionale ed europeo, che segni un punto di ripartenza comune e azzeri un caos che mette rischio gli interessi di migliaia di nostri produttori che lavorano e investono sulle Dop e sulla loro qualità”.