Chiozza, spuntano ossa da un pozzo artesiano

15 aprile 2015 | 09:57
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Chiozza, spuntano ossa da un pozzo artesiano

Rinvenuti resti umani in un casolare abbandonato da circa 25 anni in aperta campagna tra Scandiano, Arceto e Chiozza

SCANDIANO (Reggio Emilia) – Rinvenuti resti umani in un casolare abbandonato da circa 25 anni in aperta campagna tra Scandiano, Arceto e Chiozza. In un pozzo di una casa colonica al numero 23 di via Venere a Chiozza, sono stati trovati, dai muratori di un’impresa edile, un calzino galleggiante sull’acqua, le ossa di un piede ed altri resti umani.

L’impresa edile era lì per iniziare a costruire un muretto all’esterno del fabbricato che, circa tre anni fa, è stato acquistato da Carla Vacchi. Ieri i muratori, dopo aver raggiunto l’abitazione con un camioncino, dovevano compiere alcuni lavori all’esterno della casa. Vicino al casolare c’è un piccolo fabbricato al cui interno si trova un pozzo artesiano. Affacciandosi all’imboccatura per controllare il livello dell’acqua, i muratori hanno visto un calzino galleggiare.

Utilizzando un pezzo di filo di ferro, i muratori hanno recuperato il calzino e si sono accorti che dentro c’erano frammenti di ossa, probabilmente di un piede. Poi hanno visto un sandalo. Anche quello è stato agganciato e recuperato con il fil di ferro. Il fatto che sia stato trovato un calzino fa pensare che i resti umani siano lì da poco. E la profondità del pozzo, pieno d’acqua, lascia ipotizzare che all’interno possano esservi altri resti umani, e forse un cadavere.

A quel punto i muratori hanno avvisato i carabinieri. Oltre a quelli della Tenenza di Scandiano, sul posto sono arrivati i militari della Compagnia di Reggio con i colleghi della Serzione rilievi del Reparto operativo. Poi è arrivato anche il personale della Medicina legale di Modena. Infine sono arrivati i vigili del fuoco con un camion ed il furgone del Saf per verificare se all’interno del pozzo vi siano altri resti umani.

Di recente non risultano persone del posto o comunque reggiane scomparse. Ma è possibile che qualcuno si sia voluto disfare di un cadavere portato da qualche altra parte proprio in quel casolare di campagna isolato gettandolo dentro al pozzo.