Italia e mondo

Egitto propone rilascio di 33 ostaggi ebrei, “I soli ancora vivi”

26 aprile 2024 | 17:01
Share0
Egitto propone rilascio di 33 ostaggi ebrei, “I soli ancora vivi”

Il Cairo vuole arrivare ad un accordo con Hamas il prima possibile

ROMA – “C’è un tentativo da parte del Cairo di riavviare i colloqui con una proposta egiziana che comporterebbe il rilascio di 33 ostaggi, tra donne, anziani e malati”.

Lo ha detto un funzionario israeliano al Jerusalem Post, in merito alla delegazione egiziana che ha incontrato i mediatori israeliani per discutere degli ostaggi e di un cessate il fuoco a Gaza. Secondo il sito israeliano, i funzionari dell’intelligence israeliana ritengono che siano infatti solo 33 i rapiti ancora in vita, su un totale di 133 ancora trattenuti da Hamas e altri gruppi terroristici palestinesi nella Striscia.

Nelle scorse settimane anche funzionari americani avevano riferito al Wall Street Journal di temere che gran parte degli ostaggi israeliani a Gaza fossero morti.
“Gli egiziani stanno davvero prendendo in mano la situazione. L’Egitto vuole vedere dei progressi, anche perché è preoccupato per una possibile operazione a Rafah”, ha aggiunto il funzionario israeliano al Jerusalem Post, secondo il quale il Qatar è stato sempre più escluso dai negoziati dopo la mancata risposta alle richieste israeliane di espellere i leader di Hamas dal suo territorio o di ridurre le loro finanze.

“Il Qatar è ancora coinvolto, ma in misura minore – ha spiegato -, è chiaro a tutti che non ha mantenuto le promesse, nemmeno quando si è trattato di espellere Hamas o di chiudere i loro conti bancari”.

Secondo funzionari israeliani, citati da Ynet, l’Egitto teme i “profughi di guerra” palestinesi che potrebbero entrare nel Sinai in seguito all’assalto a Rafah, e quindi ha fretta di proporre un accordo a Hamas ritenendo che questo potrebbe comportare il rinvio dell’operazione nella città meridionale, come hanno rivelato gli stessi media del Cairo.

Intanto, la squadra negoziale israeliana ha ricevuto il “via libera” dal gabinetto di guerra con un mandato preciso: “Flessibilità nella posizione di Israele in modo che, se ci fosse un cambiamento per la pressione militare, sarà possibile andare avanti rapidamente con un accordo”.