Interventi

“Dov’è finita la vigilanza dinamica in centro storico?”

10 aprile 2024 | 15:24
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“Dov’è finita la vigilanza dinamica in centro storico?”

Marco Montermini: “Chi lavora e vive in centro storico e chi lo frequenta ha perso la libertà di lavorare e vivere serenamente”

REGGIO EMILIA Dov’è finita la “vigilanza dinamica dedicata” in centro storico? Per poco più di un mese si sono viste auto e pattuglie di vigili, polizia, carabinieri. Guardia di Finanza. Ora sono spariti.

Ma, almeno intorno al teatro Valli e nelle due piazze adiacenti, non è certo sparito lo spaccio a cielo aperto, non sono diminuite le risse e i bivacchi, gli ubriachi che urlano davanti ai negozi e sotto le finestre, le attività ai confini della legalità che hanno preso piede da queste parti, nell’indifferenza generale. 

E non si tratta più di un manipolo di sbandati. In quest’area si sono fronteggiati gruppi appartenenti a nazionalità diverse e, per ora, ha “vinto” un’alleanza tra due formazioni che lavorano insieme per organizzare furti di moto e biciclette, ad opera di ragazzi ventenni, e furti nei garage commessi da ragazzini adolescenti. Grave e preoccupante è che la stessa “alleanza” ha preso possesso del territorio ed aperto attività ai confini della legalità, in pieno centro, ben in vista. Non si tratta più solo di mancanza di sicurezza. Si tratta di mancanza di legalità.

Vogliamo fare qualcosa? Vogliamo liberare la nostra città dalla morsa che la stringe da troppi anni?

Si vuole schierare l’esercito? Potrebbe essere utile almeno per qualche mese. Si vogliono intensificare ronde e passaggi delle forze dell’ordine? Va bene. Ma si faccia qualcosa. Da troppi anni si “lascia fare”, sembra impossibile applicare regole e farle rispettare. E, nel frattempo, chi lavora e vive in centro storico e chi lo frequenta ha perso la libertà di lavorare e vivere serenamente, di parcheggiare l’auto senza doversi guardare le spalle o senza timore di ritrovarsela con un vetro spaccato.

Solo per fare un esempio, le commesse di negozi che si affacciano su piazza Martiri del 7 luglio sono costrette a chiudersi dentro a chiave, di giorno, perché non si sentono tranquille e sono in troppi che, lentamente, hanno disertato il passaggio da quest’area perché hanno paura. Si ha paura anche soltanto a rientrare a casa la sera e ad andare a teatro da sole. E cosa ci fanno bande di ragazzini in piazza della Vittoria anche di mattina, a mezzogiorno. Non dovrebbero essere a scuola?

Appare evidente che la situazione è sfuggita di mano ed ora sarebbero forse necessari interventi integrati e duraturi per smantellare degrado ed attività illegali.

Certo si tratta anche di “integrazione”, una parola che sembra scomparsa nella città dei diritti. Chi viene accolto dovrebbe imparare l’italiano, l’educazione e il rispetto delle regole, ma soprattutto dovrebbe poter accedere a percorsi di inserimento professionale e a ad una casa in cui vivere.

Nel frattempo, mentre si organizza un welfare in tal senso, si tratterebbe di intervenire con urgenza a presidiare il territorio per essere di nuovo liberi di vivere e frequentare la nostra città.

Marco Montermini