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Corruzione in appalti rifiuti, tutto partì da Gnoni

16 aprile 2024 | 14:48
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Corruzione in appalti rifiuti, tutto partì da Gnoni

Nel 2014 Marco Gibertini, il giornalista condannato in Aemilia definì Benedetti come uno che “riusciva ad ottenere quello che voleva”

REGGIO EMILIAL’indagine della Procura di Reggio Emilia “Leonida”, che ha svelato un sistema corruttivo negli appalti pubblici dello smaltimento rifiuti facente capo all’imprenditore di Bibbiano Enrico Benedetti e alla sua ditta “Ecologia Soluzione Ambiente” (Esa) nasce da lontano.

Come spiega il sostituto procuratore titolare Valentina Salvi, infatti, la genesi dell’inchiesta è comune a quella sui presunti appalti pilotati del Comune di Reggio Emilia, il cui processo si è concluso di recente. In particolare nel 2016 erano stati rilevati contatti tra Benedetti e Santo Gnoni, ex capo dell’avvocatura di piazza Prampolini e membro della commissione tributaria provinciale, che in quella sede assisteva l’imprenditore per un ricorso.

Approfondendo questa relazione Gnoni è stato poi condannato nel processo appalti per corruzione e Benedetti è finito oggi agli arresti domiciliari. A fare per primo il nome di Benedetti era stato però un altro personaggio reggiano piuttosto discusso: il giornalista condannato definitivamente come fiancheggiatore della ‘ndrangheta in Aemilia ed imputato nel processo “Octopus” sulle false fatture.

Nell’ambito di questo procedimento, chiamato dagli inquirenti a rilasciare sommarie informazioni testimoniali, descrisse l’odierno indagato come una persona che “usava metodi corruttivi mediante i quali riusciva ad ottenere tutto ciò che voleva” (Fonte Dire).