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Caro carburanti, ecco i distributori più economici a Reggio Emilia

11 aprile 2024 | 17:08
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Caro carburanti, ecco i distributori più economici a Reggio Emilia

I prezzi continuano a salire e sono ai massimi da ottobre. La benzina va dagli 1,849 agli 1,944 al litro, il diesel dagli 1,749 agli 1,829 e il gpl dagli 0,699 agli 0,719

REGGIO EMILIA – I prezzi dei carburanti continuano a salire e sono ai massimi da ottobre. A Reggio città, per quel che riguarda la benzina si va dagli 1,849 agli 1,944 al litro. I distributori più economici, secondo la app prezzibenzina.it., sono quelli Ip di viale del Partigiano e l’Ip Matic di viale Martiri di piazza Tien An Men.

Passando al diesel i prezzi, nel capoluogo, vanno dagli 1,749 agli 1,829 al litro. Anche qui i distributori più economici sono l’Ip di viale del Partigiano e l’Ip Matic di viale Martiri di piazza Tien An Men.

Per quel che riguarda il gpl, invece, andiamo dagli 0,699 agli 0,719 al litro. Qui i più economici sono il Vega di Masone, l’Enercoop di via Inghilterra e l’Esso di via dei Gonzaga, tutti a 0,699.

Ma i reggiani devono mettersi l’anima in pace, perché la situazione non è destinata a migliorare. Alcune associazioni dei consumatori, come Assoutenti, segnalano punte già oltre i 2,5 euro per la benzina su alcune aree autostradali. Una tendenza consolidata più che una punta impazzita di speculazione da parte degli esercenti.

Il governo, da parte sua, ha già fatto sapere che non interverrà. Durante la presentazione alla stampa del Def, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha detto: “Il provvedimento attuale non prende in esame il tema dei rincari dei carburanti”.

Ma perché ci sono stati questi aumenti? La ragione è legata all’aumento dei prezzi delle materie prime: il greggio ha superato i 90 dollari al barile nelle quotazioni di Londra, dove il Brent è il punto di riferimento dei mercati europei, registrando un aumento del 20% rispetto ai minimi di inizio dicembre.

Incidono, sicuramente, anche il traffico a singhiozzo attraverso il Mar Rosso e le tante petroliere deviate verso il Capo di Buona Speranza. Questo, secondo gli esperti, impatta per circa 2 dollari al barile. Mentre sul fronte russo-ucraino l’effetto si concentra sugli ultimi attacchi da parte di Kiev alle raffinerie russe che avrebbero distrutto 900mila barili di capacità di raffinazione.

A incidere sul prezzo, ovviamente, anche il carico fiscale, che per l’Italia resta uno dei più alti: a marzo secondo i dati ufficiali del ministero accise e Iva hanno pesato per il 57% del prezzo finale della benzina e per il 52% di quello del diesel. Gli esperti, tuttavia, temono che il peggio debba ancora arrivare, anche per l’inevitabile aumento della domanda connesso ai viaggi primaverili ed estivi.