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Esercito in stazione: Verdi, Possibile e Sic stoppano Massari

17 marzo 2024 | 19:05
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Esercito in stazione: Verdi, Possibile e Sic stoppano Massari

Le forze di sinistra della coalizione guidata dal candidato sindaco: “Non sarà mai una soluzione e non avrà il nostro sostegno”

REGGIO EMILIA – “Esercito in stazione, non nel nostro nome”. Lo scrivono Verdi, Possibile e Sinistra in Comune replicando così al candidato sindaco del centrosinistra, Marco Massari che, sconfessando il sindaco, ha aperto alla possibilità di militari in zona stazione “perché potrebbe aiutare ad aumentare il presidio nell’area”.

Alessandro Miglioli di Possibile, l’assessore comunale Carlotta Bonvicini, di Europa Verde, Cosimo Pederzoli, di Sinistra Italiana e Federica Zambelli, di Sinistra in Comune, stoppano il loro candidato sindaco e si dicono contrari a questa eventualità caldeggiata anche dal candidato sindaco del centrodestra Giovanni Tarquini e da quello di Coalizione Civica, Fabrizio Aguzzoli.

I quattro esponenti politici sono lapidari: “Come portavoce, segretari e capilista delle maggiori forze progressiste della città abbiamo sentito la necessità di esprimerci compatti, di dire chiaramente che l’esercito in zona stazione non sarà mai una soluzione e non avrà il nostro sostegno”.

Scrivono: “Abbiamo assistito con forte rammarico al dibattito politico degli ultimi giorni sul tema dell’opportunità dell’invio dell’esercito in zona stazione. Leggendo la stampa si potrebbe avere l’impressione che tutte le parti politiche siano a favore, pure il candidato del centro-sinistra Massari, da noi sostenuto, che in realtà ne parla solo come di una estrema ratio. È necessaria ed estremamente urgente una presa di posizione forte di chi, pur riconoscendo la gravità del problema degrado in alcune zone della nostra città, perché di un problema vero si tratta, lo vuole provare ad affrontare con ricette differenti”.

Miglioli, Bonvicini, Pederzoli e Zambelli fanno presente che l’operazione Strade Sicure è stata lanciata dall’ultimo governo Berlusconi e che, ormai, sono passati più di 15 anni. Dicono: “In tutto questo tempo la percezione del problema sicurezza nelle città italiane è andata costantemente peggiorando. Basterebbe questo dato per rendersi conto di quanto l’esercito per le strade non sia una soluzione. Il degrado si affronta combattendone le cause profonde, non nascondendo i sintomi con la gentrificazione o peggio la repressione nei quartieri”.

Secondo i quattro alleati di Massari “un’azione repressiva come l’impiego dell’esercito in un’area definita, ha come effetto lo spostamento dei soggetti fragili o con comportamenti problematici in altre zone della città, annullando di fatto la possibilità di una intercettazione in situazione e quindi una presa in carico da parte dei servizi socio sanitari. Una città sicura è una città che si prende cura di tutti i suoi abitanti”.

Infine fanno notare che “l’esercito in stazione non potrà essere messo nel programma elettorale di alcuna forza, trattandosi di una richiesta che è prerogativa del prefetto e non del sindaco. Ma al di là di questo aspetto all’immagine del sindaco sceriffo preferiamo quella di un sindaco mediatore culturale, di un sindaco assistente sociale, un sindaco educatore di strada”.