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Casalgrande, battaglia sui badge in Comune

10 febbraio 2024 | 18:38
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Casalgrande, battaglia sui badge in Comune

Il Pd va all’attacco: “Insoddisfatti della risposta sui badge e dubbi sul consulente del Comune”. Daviddi: “Se fate richiesta li avrete”

CASALGRANDE (Reggio Emilia) – A Casalgrande, dove il Comune tornerà al voto a giugno, si discute sull’utilizzo delle tessere magnetiche per l’accesso in municipio, regolato dal settembre 2019 tramite badge da passare su sensori elettronici. Sebbene sia normale che i dipendenti, il sindaco, la giunta e il presidente del consiglio comunale abbiano accesso tramite badge, la questione si complica per i consiglieri comunali.

I rappresentanti del Pd di Casalgrande, Paolo Debbi, Matteo Balestrazzi e Giuseppe Berselli (foto), hanno sollevato dubbi su questa pratica. Dicono che alcuni consiglieri sembrano “essere privilegiati con il tesserino, mentre altri sono costretti a suonare il campanello per entrare”. Inoltre, aggiungono che, sotto la voce “consigliere”, “vi sono persone non elette né candidate, come il presidente di un gruppo sportivo locale e il segretario politico di una lista civica, che hanno ottenuto il permesso speciale di accesso”. Gli esponenti del Pd ipotizzano che una delibera di giunta “abbia concesso a quest’ultimo il titolo di consulente gratuito per il Comune, guadagnandosi così il badge”.

Il sindaco Giuseppe Daviddi replica sostenendo che l’introduzione delle tessere elettroniche mira a garantire un controllo degli accessi più rigoroso e trasparente, diversamente dal passato dove le chiavi sembravano gestite in modo poco chiaro. Riguardo al segretario politico della lista civica, Daviddi chiarisce che ha ricevuto il badge in qualità di suo portavoce, senza percepire alcuna retribuzione per evitare polemiche.

Infine, sulle differenze nell’assegnazione dei badge ai consiglieri, il sindaco spiega che questi vengono concessi a chi ne fa richiesta all’ufficio comunale competente.

Ma Debbi, Balestrazzi e Berselli ritengono la risposta del sindaco “insoddisfacente”. Scrivono: “Daviddi tende sempre a dimenticarsi di rispondere alle domande poste, così come ha fatto in merito alla pista da fitness e al progetto generale per i nuovi impianti sportivi del parco Amarcord. Oggi lo fa anche con i badge: sulla base di quale criterio il presidente di una società sportiva possiede il tesserino per entrare in Comune? E domandiamo se ci sono altre persone che hanno il badge senza averne titolo, senza essere cioè dipendenti pubblici o segretario di partito di maggioranza”.

Aggiungono i tre politici dell’opposizione: “Apprendiamo inoltre dalla risposta del sindaco che Brina è il portavoce del sindaco. Ma nella delibera 91/2020, quella che gli consentirebbe di entrare liberamente in Comune, non si menziona il ruolo preciso di portavoce del sindaco, ma ci si limita a indicare il ruolo di esperto nella comunicazione social, in un quadro di ‘collaborazione e consulenza, al fine di migliorare la pianificazione dell’attività comunicativa ed ottimizzare l’uso dei canali innovativi’. Nel testo si prevede inoltre che ‘tale collaborazione debba avvenire a titolo gratuito e mediante l’utilizzo, da parte del Sig. Brina Haller, di strumenti e mezzi propri’ e che egli ‘si relazionerà direttamente con il Sindaco, la Giunta ovvero con gli uffici addetti alla comunicazione istituzionale dell’Ente”.

Concludono Debbi, Balestrazzi e Berselli: “Pertanto evidenziamo che la delibera 91/2020 non definisce il ruolo di portavoce, ma solo di consulente della comunicazione social per l’Ente. Inoltre, ci sarebbe da chiedersi se ora che è un segretario politico, per Brina Haller quel ruolo sia opportuno e se lui sia in grado di garantire le necessarie doti di distacco, equidistanza e professionalità richieste in un ruolo così delicato. Proprio per approfondire tali aspetti, non ci tireremo indietro rispetto alla possibilità di fare ulteriori verifiche; perché appunto non siamo affatto soddisfatti dal tenore del risposte che ci sono state fornite, come sempre peraltro accade, dal sindaco Daviddi”.