Sciopero commercio, picchetto davanti all’Ipercoop Ariosto

20 dicembre 2023 | 17:44
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Sciopero commercio, picchetto davanti all’Ipercoop Ariosto

Venerdì 10mila lavoratori incroceranno le braccia nella nostra provincia. Gabbi e Vecchi: “Rinnovo fermo da 4 anni, mentre l’inflazione corre e le imprese macinano utili”

REGGIO EMILIA – Tornano dopo anni i picchetti di lavoratrici e lavoratori del commercio davanti all’Ipercoop Ariosto, e con loro questa volta si incontrano alcune decine di delegati sindacali della Fiom di Reggio. La Filcams Cgil insieme a Fisascat Cisl e Uiltucs Uil ha proclamato una giornata di sciopero per il 22 dicembre per il rinnovo del contratto nazione del terziario e della grande distribuzione.

Dopo tanti anni la vertenza di un settore assume interesse per lavoratori solidali di altri settori. Dice Alessandro Gabbi, segretario generale della Filcams Cgil di Reggio Emilia: “Il contratto è scaduto da quattro anni, significa che le dipendenti e i dipendenti dei supermercati hanno il salario congelato da quattro anni mentre i datori di lavoro negli ultimi tre anni hanno moltiplicato gli utili proprio grazie all’inflazione”.

Aggiunge, il segretario generale della Fiom Cgil di Reggio Emilia, Simone Vecchi: “Oltre cento delegati della Fiom, in rappresentanza di migliaia di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici, hanno partecipato e sostenuto il volantinaggio della Filcams perché la loro lotta per il salario è comune a tutti, e per questo dobbiamo unire le lotte e le vertenze”.

“Uniamo le lotte” afferma lo striscione portato davanti al Centro Commerciale Ariosto di Reggio Emilia, un obiettivo e un auspicio tanto per la Filcams quanto per la Fiom. Continua Vecchi: “Le mogli, i mariti, i figli e i genitori degli operai metalmeccanici spesso lavorano in aziende in cui il contratto nazionale è scaduto da anni, per noi è normale essere solidali, perché quando una parte di lavoratori si impoverisce si impoveriscono di conseguenza tutte le famiglie di operai e impiegati”.

Nella nostra provincia sono circa diecimila le lavoratrici e i lavoratori a cui si applica il contratto nazionale di lavoro del terziario distribuzione e servizi che saranno in sciopero il 22 dicembre prossimo, e sono quasi due milioni a livello nazionale, caratterizzando questo contratto collettivo come il più grande a livello nazionale.

“Il lavoro povero in Italia è sempre più diffuso – dichiara Gabbi – lo creano le associazioni come Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione, Distribuzione cooperativa e Confindustria che non vogliono rinnovare il contratto nazionale riconoscendo ai dipendenti del settore un aumento sufficiente a recuperare il potere d’acquisto perso negli anni”.

Confcommercio in particolare sta chiedendo al sindacato di aumentare la flessibilità di orario, ridurre i permessi retribuiti e gli scatti di anzianità e persino della quattordicesima, fa sapere il sindacato.

Proseguono Filcams e Fiom: “Oltre all’aumento del salario le imprese dovrebbero aiutare la genitorialità retribuendo meglio i congedi e soprattutto definendo degli orari di lavoro compatibili con il lavoro di cura. In pieno periodo Covid i dipendenti delle imprese della grande distribuzione furono definiti ‘eroi’ perché permisero ai supermercati di rimanere aperti, mettendo a rischio la propria salute per far sì che ognuno di noi potesse comprare quasi tutto e la ricompensa oggi è il salario congelato da anni e la richiesta dei datori di lavoro di peggiorare le condizioni di lavoro: è una vergogna”.

Concludono Gabbi e Vecchi: “Anche nel commercio, come in molte aziende della manifattura, gli aumenti dei prezzi si sono trasformati in aumento di profitti per le imprese, mentre viene mortificato il valore del lavoro, che non è riconosciuto a sufficienza, né dal punto di vista economico né della qualità del lavoro”.

Infine, i due sindacalisti fanno appello alla partecipazione allo sciopero del 22 dicembre e chiedono ai clienti di essere solidali con i dipendenti del terziario.