REGGIO EMILIA – Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del Consorzio del Parmigiano Reggiano in merito alla denominazione del lisozima, contraddicendo la circolare del ministero della Salute del 2018. La circolare aveva stabilito che il lisozima fosse considerato un coadiuvante tecnologico anziché un additivo conservante. Ciò consentiva ai prodotti contenenti lisozima, come il Grana Padano e altri formaggi, di riportare l’etichetta “senza conservanti”.
Il Consorzio ha presentato il ricorso nell’ambito della sua funzione essenziale di tutela della Denominazione di Origine Protetta (DOP) “Parmigiano Reggiano”. Dopo cinque anni, il tribunale ha confermato la legittimità del Consorzio nel presentare il ricorso, riconoscendo che l’iniziativa rientra tra le sue responsabilità principali.
Inoltre, il Tar del Lazio ha respinto la tesi della deroga alla normativa dell’Unione Europea specifica per il formaggio in questione, sottolineando che tale argomento non ha basi normative a livello comunitario e entra in contrasto con il principio di sicurezza alimentare tutelato a livello europeo.
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