Cocaina da Scampia e armi, arrestate 24 persone

21 settembre 2023 | 10:53
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Cocaina da Scampia e armi, arrestate 24 persone

I carabinieri hanno documentto migliaia di cessioni di cocaina con introiti illeciti stimati in 10mila euro al giorno

REGGIO EMILIA – I membri del gruppo che almeno dal 2019 inondava di cocaina le province di Parma e Reggio Emilia erano per la maggior parte soggetti di origine campana e calabrese residenti nei due territori emiliani. E’ uno dei dettagli dell’operazione antidroga “fast car” che ha visto oggi impiegati 150 carabinieri reggiani e di altre province (e un’unità cinofila) nell’esecuzione di 24 misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati.

Nell’inchiesta, che vede in tutto coinvolte 31 persone tra i 29 e i 59 anni, ci sono anche una pugliese, due siciliani, tre albanesi, un algerino, due marocchini e alcuni reggiani. Una delle basi del traffico illecito, ha spiegato oggi il procuratore capo di Reggio Calogero Gaetano Paci, era in un garage in città per auto sportive di lusso, alcune delle quali danneggiate dagli stessi indagati a seguito di dissensi e ritorsioni interne al sodalizio. I carabinieri hanno documentato, con attività tecniche e di osservazione, migliaia di cessioni di droga con introiti illeciti stimati in 10mila euro al giorno.

Le indagini sul costante flusso di “polvere bianca” che arrivava da Scampia sono partite a capodanno del 2019, quando i carabinieri di Castelnovo nè Monti, sull’appennino reggiano, fermarono un 40enne italiano con 30 grammi di cocaina e denaro contante. Da lì gli investigatori sono risaliti agli altri spacciatori documentando migliaia di cessioni ed eseguendo 11 arresti in flagranza di reato. Come spiegato dal procuratore Paci, a consolidare il costrutto accusatorio sono state anche le dichiarazioni di numerosi assuntori di droga, che hanno raccontato ai militari come da anni si rifornissero dagli odierni indagati.

Due delle persone colpite dalle misure cautelari si trovavano peraltro già in carcere. Si tratta di due persone calabresi vicine ad una cosca di ‘ndrangheta, arrestate a maggio nell’anno scorso nell’ambito di un’operazione dell’antimafia di Bologna che vedeva coinvolti anche dei cinesi con il ruolo di “riciclatori” del denaro sporco. Uno di loro, anche da dietro le sbarre, ha continuato ad organizzare gli affari utilizzando un cellulare fino al 2022.

Dalle intercettazioni è infine emerso che il gruppo di trafficanti aveva nella sua disponibilità anche delle armi da fuoco. Tra quelle ritrovate un fucile della seconda guerra mondiale che era tutt’altro che un reperto, perfettamente funzionante e con le munizioni. “Negli ultimi anni – conclude il procuratore Paci – Reggio Emilia si sta confermando una piazza importante non solo per lo spaccio al minuto della droga, ma anche per il traffico di grandi quantità di stupefacenti. Non solo un anello terminale, ma un punto di smistamento quanto meno per il nord est del Paese”.