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Sanità, il Gimbe: “Siamo diretti verso la strada Usa”

24 agosto 2023 | 17:36
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Sanità, il Gimbe: “Siamo diretti verso la strada Usa”

Cartabellotta: “Non è mai la priorità di nessuno governo. I tagli degli ultimi dodici anni hanno colpito soprattutto il personale”

ROMA – “In questo momento il vero problema non è definire l’entità dei soldi che servono ma è quello di avere un piano, perchè la sanità ha bisogno di un rilancio progressivo del finanziamento pubblico, non di una grande dose di denaro ‘una tantum’ che potremmo non essere in grado di spendere in tempi brevi, come un po’ sta accadendo con il Pnrr”.

Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ospite di ‘Box Estate’, contenitore di Rai Radio1. “Quanto accaduto negli ultimi dieci anni – ha proseguito – è, di fatto, un progressivo definanziamento del sistema che ha portato a un grosso indebolimento soprattutto sul versante del personale sanitario, sia per quello che riguarda i medici ospedalieri, sia per quello che riguarda i medici di famiglia, sia per quello che riguarda i pediatri di libera scelta, frutto anche di una mancata programmazione”.

“Al di là delle cifre – ha poi sottolineato Cartabellotta – sappiamo che il ministro Schillaci ha chiesto quattro miliardi in più rispetto ai 2 miliardi e trecento milioni stanziati in Legge di bilancio del 2023 e il ministro Giorgetti ha risposto che sarà una manovra complicata”.

“È evidente – ha poi tenuto a precisare il presidente della Fondazione Gimbe – che le priorità le definisce il governo e noi da anni abbiamo rilevato che la sanità non rappresenta mai la priorità assoluta per nessun governo”.

“Il problema – ha concluso – è che ora i cittadini stanno vivendo sulle proprie spalle esperienze poco gradevoli: al di là delle lunghe attese in Pronto soccorso, delle liste d’attesa interminabili, di un aumento della spesa privata, c’è tutto quello che è il diritto costituzionale della tutela della salute, che oggi sembra affidato un po’ alle capacità di spesa individuale piuttosto che la sottoscrizione di una polizza assicurativa”.

Ha aggiunto Cartabellotta: “I tagli degli ultimi 12 anni hanno colpito prevalentemente il personale sanitario. Il paradosso di oggi è che se anche avessimo i soldi, non avremmo i professionisti da poter assumere e poter così colmare questi buchi di personale che abbiamo”.

“Nel post pandemia – ha inoltre ricordato – abbiamo avuto il fenomeno dei licenziamenti volontari dall’ospedale, imprevisto ulteriore rispetto alla carenza già esistente, soprattutto in alcune aree. Se vogliamo andare verso una strada ‘americana’ è bene che i cittadini ne siano consapevoli. Ci stiamo andando silenziosamente e sembra che vi sia una esplicita volontà politica di andare in quella direzione. E questo non è giusto, soprattutto perchè la salute è tutelata dalla Costituzione”.

Secondo Cartabellotta “il Pnrr è un tema molto importante, è un’occasione che non possiamo perdere: avere sette miliardi a disposizione per riorganizzare il sistema delle cure primarie, o territoriali, quindi tutto ciò che sta fuori gli ospedali, seppur per due terzi con prestiti che graviteranno sulle spalle dei nostri figli e dei nostri nipoti, è davvero un’occasione da non perdere”.

E ha concluso: “Paesi come la Germania e la Francia hanno utilizzato un paradigma politico diverso dal nostro. In Italia noi diciamo che possiamo spendere poco in sanità perchè il Paese cresce poco in termini di Pil. Loro, invece, hanno fatto un ragionamento diverso: hanno investito molto in sanità e in welfare e quando un Paese ha un livello di salute e di benessere molto elevati, anche il Pil del Paese cresce. Lo stato di salute e di benessere di una popolazione finisce così per essere una leva di crescita economica del Paese”.