Scatolificio La Veggia, la Cgil: “Tutelare i 150 lavoratori”

20 luglio 2023 | 15:06
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Scatolificio La Veggia, la Cgil: “Tutelare i 150 lavoratori”

Il sindacato: “Con il ricorso contro il concordato dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps i posti di lavoro sono a rischio”

CASTELLARANO (Reggio Emilia) – Salvaguardare i 150 posti di lavoro dell’azienda, anche per scongiurare “la tensione sociale che rischierebbe di esplodere”. E’ l’appello della Slc Cgil di Reggio Emilia, che interviene sulla complessa vicenda del salvataggio dello scatolificio “La Veggia”, azienda di produzione di imballaggi in cartone ondulato di Roteglia di Castellarano. Nell’aprile 2022 la società finì in “concordato in continuità aziendale” causa dissesto finanziario, attivando, per i circa centocinquanta dipendenti, la cassa integrazione straordinaria.

Lo scorso ottobre, il colosso austriaco del settore della carta Prinzhorn (10.000 dipendenti in 16 Paesi) ha avanzato una proposta d’acquisto per l’azienda reggiana. Che, nel dettaglio, “prevede un’iniezione di 11 milioni come aumento di capitale, l’acquisto della fabbrica per 21,5 milioni di euro e 10,8 milioni di finanza a disposizione della procedura, subordinata però all’approvazione del concordato”, spiega la Slc.

L’assemblea dei creditori sul concordato ha visto il voto contrario da parte dell’Agenzia delle Entrate e dell’Inps, “un voto decisivo in quanto l’importo a credito spettante ai due istituti li rende maggioranza dei creditori”. Il Tribunale di Reggio Emilia, tuttavia, ha approvato comunque il piano di concordato “perché a parere del giudice la proposta di soddisfacimento dei crediti fiscali e contributivi era comunque conveniente rispetto all’alternativa liquidatoria”, continua il sindacato.

Al momento “l’unico soggetto giuridicamente legittimato a fare ricorso è l’Agenzia delle Entrate – come parrebbe sottintendere il voto contrario sull’omologazione concordataria – una scelta che se intrapresa avrebbe delle ricadute sul futuro dello Scatolificio e dei suoi dipendenti non indifferente e ad alto impatto sociale”.

Natale Scebba, segretario territoriale della Slc commenta: “Senza voler entrare nelle scelte dell’istituto, che nella sua legittimità può intraprendere le azioni che ritiene opportune, siamo fortemente preoccupati in quanto in caso di ricorso si correrebbe il rischio di far venire meno gli investimenti previsti da parte di un investitore che è assolutamente estraneo alla gestione precedente”.

Questo, aggiunge Scelba, “porterebbe ad uno scenario che potrebbe voler dire la cessazione dell’attività. Ci troveremmo di fronte ad una situazione drammatica con la perdita di 150 posti di lavoro e del salario di 150 famiglie con una tensione sociale che rischierebbe di esplodere”.

Dunque, conclude il segretario, “ci auguriamo che il buon senso prevalga e che l’ente succitato privilegi la stabilità occupazionale. Anche perché una scelta diversa, se dobbiamo parlare con la freddezza dei numeri, porterebbe ad ulteriori costi sociali a carico della collettività per il pagamento del sostegno al reddito (Naspi) che compete ai lavoratori licenziati”.