Nuovi contratti, tre su quattro sono precari

10 luglio 2023 | 11:37
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Nuovi contratti, tre su quattro sono precari

Per una quota pari al 38% i nuovi ingressi nel mondo del lavoro interesseranno giovani con età inferiore ai 30 anni

REGGIO EMILIA – Continua a crescere il numero dei nuovi contratti di lavoro che saranno attivati nella nostra provincia. Per il trimestre luglio-settembre, infatti, i dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior e analizzati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio, parlano di 13.900 nuovi contratti, con un aumento del 15,07% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Peccato che tre su quattro siano precari, senza contare che bisognerebbe vedere quali sono le remunerazioni previste per questi contratti.

Già il dato mensile riferito al corrente mese di luglio mostra un incremento del 13,30% rispetto allo stesso mese del 2022, e i 4.600 nuovi contratti che si realizzeranno evidenziano una decisa crescita anche rispetto al periodo pre-pandemico, con un + 39,82% rispetto al luglio 2019.

Come già avvenuto lo scorso mese, il settore dei servizi, che si prevede assorba il 61,08% di tutte le nuove entrate del mese di luglio, esprimerà la maggior parte dei nuovi contratti con 2.810 unità (+ 12,40 % rispetto al dato del luglio 2022), delle quali 1.060  nel comparto dei servizi alle imprese (-4,50 % rispetto al luglio 2022), 670 nei servizi di ristorazione ed alberghieri (+21,82% rispetto al luglio 2022), 660 nel commercio (+ 57,14 %) e 420 nei servizi alle persone, dato uguale a luglio 2022.

Per il settore industriale i nuovi contratti previsti entro luglio sono 1.780, un +13,38% rispetto allo stesso mese del 2022; la maggior parte si concentrerà nell’industria manifatturiera e nelle public utilities (1.480 unità, +13,38% rispetto a luglio 2022) e nelle costruzioni, con 310 nuovi ingressi, il 40,91% in più rispetto all’anno precedente.

Considerando la tipologia contrattuale, nel 25% dei casi (dato superiore di due punti a quello dello scorso mese di giugno) le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine (a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita).

Proseguono, nel frattempo, le difficoltà delle imprese – nel 56% dei casi – nel reperire i profili desiderati: tra le figure più ricercate nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica si segnalano quelle in campo chimico-farmaceutico (di difficile reperimento nel 95,5% dei casi), in ambito umanistico, filosofico, storico e ad indirizzo artistico (nel 95,0% dei casi), in ambito sanitario e paramedico (nell’88,1% dei casi)  ed in ambito ingegneristico industriale (nel 74,5% dei casi).

Nell’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, sono difficilmente reperibili gli operatori per costruzioni, gli esperti in campo ambientale e del territorio (73,3%), gli addetti alla produzione e manutenzione industriale ed artigianale (81,1%), gli addetti del settore turismo ed enogastronomia ed ospitalità (71,9%) e gli addetti nell’ambito di meccanica e meccatronica ed energia (nel 71,9% dei casi).

Tra le altre figure, risultano di difficile reperimento gli operai specializzati nella riparazione di veicoli a motore (nel 94,1% dei casi), gli operai edili (86,1% dei casi), gli operai meccanici ed elettrici (58% dei casi).

Per una quota pari al 38% i nuovi ingressi nel mondo del lavoro interesseranno giovani con età inferiore ai 30 anni. Un dato che rimane comunque costante è quello relativo all’esperienza professionale specifica o nello stesso settore, che viene richiesta al 58% del totale dei nuovi assunti.