Sanità reggiana in rosso: una perdita di 7 milioni

22 maggio 2023 | 18:07
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Sanità reggiana in rosso: una perdita di 7 milioni

La Regione ha ripianato un buco di 84,3 milioni di euro, maturati nel 2022. Preoccupa il 2023, Donini: “Governo aumenti fondo nazionale”

REGGIO EMILIA – L’Ausl di Reggio Emilia ha chiuso il 2022 con un passivo di 7 milioni di euro. La nostra azienda sanitaria è in buona compagnia in questo profondo rosso della sanità dovuto ai costi Covid ed energetici non rimborsati dal governo e al forte aumento della spesa per farmaci.

A livello aziendale regionale il disavanzo è: 5,5 milioni a Piacenza; 4,5 milioni per l’Ausl di Parma più 7,5 per l’azienda ospedaliera; sette milioni a Reggio Emilia; 9,9 milioni per l’Ausl di Modena più 4,8 per l’azienda ospedaliera; otto milioni per il Sant’Orsola di Bologna; 3,6 milioni di euro a Imola; 5,6 milioni di euro per l’Ausl di Ferrara più 4,5 per l’azienda ospedaliera; 22,8 milioni di euro per la Romagna. Le uniche aziende in pareggio sono il Rizzoli e l’Ausl di Bologna.

Ci penserà la Regione Emilia-Romagna a ripianare il buco di bilancio delle sue aziende sanitarie. Si parla di 84,3 milioni di euro, maturati nel 2022. Ma è il 2023 che preoccupa, essendo ancora un’incognita. Per questo la Regione ha avviato un percorso di ascolto e confronto costante con le aziende sanitarie, per evitare di andare in rosso anche quest’anno. “Al momento non siamo in grado di fare i bilanci preventivi”, dice il direttore generale della Sanità in Regione, Luca Baldino. E intanto prosegue il pressing a Roma per ottenere un aumento del fondo sanitario nazionale.

“Le spese sono sotto gli occhi di tutti – afferma l’assessore alla Sanità Raffaele Donini, oggi in commissione in Regione – o questo Paese torna ai fondamentali o sarà sempre più vulnerabile”. La sanità oggi “costa di più di quanto riceve – insiste Donini – non solo per le spese Covid o energetiche, ma anche per le nuove opportunità cliniche, assistenziali e di ricerca che fino a qualche anno fa erano impensabili e che oggi hanno performance straordinarie”, ad esempio in campo oncologico. “Questo scostamento di bilancio preoccupa tutte le Regioni- avverte l’assessore- occorre rimodulare il fondo”.

La richiesta è di aumentarlo fino al 7,5% del Pil. “Ottenerlo il primo anno sarebbe onirico- ammette Donini- puntiamo a raggiungerlo in cinque anni”. Se dovesse calare, invece, “sarebbe l’intero sistema sanitario nazionale a deflagrare, non solo l’Emilia-Romagna”, è il monito dell’assessore, che a livello nazionale coordina la commissione Salute in Conferenza delle Regioni.

In Emilia-Romagna nel 2022 le aziende sanitarie hanno dovuto affrontare 375 milioni di euro per spese Covid (non rimborsate), 200 milioni di euro per l’aumento delle bollette, di cui 79 non coperti dallo Stato, oltre 100 milioni di euro per farmaci innovativi e dispositivi medici, 107 milioni per spese di personale, legate soprattutto al rinnovo del contratto del comparto.

Le uniche aziende in pareggio, si diceva, sono il Rizzoli e l’Ausl di Bologna. L’istituto ortopedico, spiega Baldino, ha il vantaggio di avere un bilancio contenuto e una mobilità attiva pari al 25%. L’Ausl di Bologna ha invece ottenuto dai revisori dei conti di sbloccare, e quindi togliere dal bilancio, alcune fatture molto vecchie (anche di 30 anni) che non sarebbero più state incassate. “Ma comunque rimane una situazione di sbilanciamento tra costi e ricavi anche per l’Ausl di Bologna- avverte Baldino- come per tutte le altre aziende sanitarie”.

In ogni caso per la Regione, nel 2022 tutte le aziende “hanno raggiunto gli obiettivi di prestazione ed economici previsti”. Anche perchè il pareggio di bilancio “non era richiesto- sottolinea Baldino- sapevamo che sarebbe stato impossibile”. Nel disavanzo delle Ausl, dunque, “non c’è alcuna responsabilità delle direzioni generali- mette in chiaro Donini- rispetto a obiettivi e costi non abbiamo motivi per ravvisare alcun problema di efficacia ed efficienza nella gestione”.

“Non avremmo chiuso il bilancio senza i 72 milioni di euro di quota premiale, mai così alta, che ci è stata riconosciuta perchè siamo primi in Italia sull’erogazione dei Lea. E non ce l’avremmo fatta senza i 200 milioni di euro risparmiati sulle gare grazie alla centrale di acquisto Intercenter. Se potessimo disporre del miliardo di euro speso in tre anni per il Covid e le bollette, oggi la discussione sarebbe molto diversa. Non pensiamo che ne verremo mai a capo, ma terremo il punto sulla richiesta al Governo di aumentare il fondo”.

Intanto, per il 2023 “non possiamo esimerci da miglioramenti ulteriori per rendere sempre più efficace la spesa- Donini- non ci sentiamo arrivati. Per questo abbiamo attivato un percorso di audit con tutte le aziende sanitarie per capire le situazioni di bilancio e dare spunti per l’ottimizzazione delle risorse. Ma sulla programmazione siamo in difficoltà, i dati dal Ministero per la ripartizione dei fondi alle Regioni sono arrivati solo stanotte”, afferma l’assessore.