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Cambio ai vertici Inps, nuove ipotesi su riforma pensioni

8 maggio 2023 | 17:13
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Cambio ai vertici Inps, nuove ipotesi su riforma pensioni

La nuova governance Inps sarà politicamente alleata del governo Meloni, ma si va verso la definizione congiunta di una riforma delle pensioni sempre più in salita

ROMA – Il governo ha deciso di commissariare l’Inps e di destituire il presidente, Pasquale Tridico, che è stato considerato il “padre spirituale” del Reddito di Cittadinanza del Movimento 5 Stelle. La nuova governance dell’Inps prevede l’assenza di una figura forte come quella del presidente uscente e la riduzione della durata della carica del direttore generale.

Entro 10 giorni verrà nominato un commissario straordinario in attesa di un accordo politico per la nomina del nuovo “volto” dell’Inps, che secondo le indiscrezioni potrebbe essere un esponente dei Fratelli d’Italia. Questa mossa potrebbe supportare il dibattito sulla riforma pensionistica, tema politicamente forte sia per la Lega che per i Fratelli d’Italia.

Effetti sulla riforma delle pensioni
Il governo italiano ha annunciato che l’ultima chiamata per la riforma delle pensioni sarà a settembre. Nonostante l’idea di destinare alcune risorse a disposizione per le pensioni con il Decreto lavoro, il governo ha preferito concentrarsi su interventi destinati a lavoratori e famiglie. Tuttavia, il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, continua a sostenere l’intenzione di rivedere le regole per l’accesso alla pensione partendo dalla possibilità di farlo con 41 anni di contributi.

Il governo deve guardare ai costi della riforma e alle risorse effettivamente a disposizione per il 2024. Il Def approvato il mese scorso dal Consiglio dei ministri non risponde a questa domanda, e le risorse a disposizione per la legge di Bilancio sono talmente poche (circa 4 miliardi di euro) che sembra impossibile pensare a una riforma. La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che verrà approvata entro la fine di settembre, potrebbe dare una risposta in merito.

Il basso tasso di natalità registrato nell’ultimo anno conferma che l’Italia è destinata a diventare un “Paese per vecchi”, il che non aiuta in ambito previdenziale. La sostenibilità delle pensioni dipende dal rapporto tra lavoratori e pensionati, che deve tendere nettamente a favore del primo. In questo contesto, una riforma delle pensioni che favorisca ulteriormente l’accesso alla pensione non sembra essere una buona idea.

Nonostante ciò, ci sono possibilità di una riforma delle pensioni nel 2024, anche se si tratterà di piccole novità limitate a un numero circoscritto di persone. Dipenderà dalle risorse che verranno stanziate e solo la nota di aggiornamento al Def potrà dare una risposta in merito. Il governo vuole arrivare a questo importante appuntamento già con le idee chiare e per questo motivo dovrebbe riprendere il confronto con i sindacati verso luglio.

Il governo dovrà trovare una risposta agli aumenti delle pensioni minime, in particolare per gli over 75, così come tracciare la strada per il dopo Quota 103. In ogni caso, la riforma delle pensioni sarà una questione complessa da affrontare.