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Mafie, Bernini (Fi): “Colmare i vuoti di indagine in Aemilia”

2 febbraio 2023 | 17:39
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Mafie, Bernini (Fi): “Colmare i vuoti di indagine in Aemilia”

Il politico prosciolto nel processo ha incontrato il procuratore della Dda

REGGIO EMILIA – Colmare i “vuoti di indagine” del processo Aemilia contro la ‘ndrangheta. Lo ha chiesto Giovanni Paolo Bernini, esponente parmense di Forza Italia, che da tempo chiede accertamenti sui rapporti tra le amministrazioni locali “rosse” e la criminalità organizzata. Legami che a suo dire furono volutamente omessi dall’ex pm della Dda Marco Mescolini, poi divenuto procuratore capo a Reggio Emilia e infine da qui trasferito a Firenze dal Csm per incompatibilità ambientale.

In un incontro avuto oggi con il procuratore capo della Dda di Bologna Giuseppe Amato Bernini ha parlato tra l’altro della “non doverosa valutazione durante la guida delle indagini da parte del Pm Mescolini sul fiume di intercettazioni telefoniche ed ambientali che investono rappresentanti politici ed amministratori locali del Pd”, e “dell’acquisto di una casa da parte del sindaco di Reggio Emilia dal cassiere del clan ndranghetista poi condannato (Francesco Macrì)”. E infine delle dichiarazioni del pm Roberto Pennisi sui motivi per cui lasció la Dda di Bologna a causa di contrasti con Mescolini sulle “persone da colpire”.

Tutti elementi che per Bernini “hanno scavato un solco profondo tra verità e giustizia nelle indagini e nella pubblica accusa del maxi Processo Aemilia”, pregiudicando “innegabilmente lo straordinario lavoro di inchiesta delle forze dell’ordine e i risultati di lotta alla mafia calabrese nella Emilia-Romagna”. Per questo “ho esposto con determinazione e rispetto istituzionale al Procuratore capo e ho la massima fiducia nella sua persona affinché i vuoti di indagine nel Processo Aemilia siano presto colmati”, conclude Bernini.

Lo stesso ex presidente del Consiglio comunale di Parma fu imputato in “Aemilia”. Inizialmente per lui la Dda, quando vi operava Mescolini, chiese il carcere per concorso esterno alla mafia e poi per voto di scambio, richiesta respinta dal gip e dal Riesame. Al processo, dove scelse il rito abbreviato, Bernini fu prosciolto: l’accusa fu derubricata in corruzione elettorale, poi dichiarata prescritta.