Scuola, la Uil: “Bidelli costretti a lavorare al freddo”

4 gennaio 2023 | 16:12
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Scuola, la Uil: “Bidelli costretti a lavorare al freddo”

Il responsabile Scuola Fiorentino denuncia: “Per risparmiare l’energia e’ stata violata la sicurezza sul lavoro”

REGGIO EMILIA – Collaboratori scolastici costretti a pulire con guanti e cappotto contro il freddo. Lo denuncia la Uil scuola di Reggio Emilia, convinta che non siano state rispettate le norme della sicurezza sul lavoro. Tutto nasce dal fatto che, nel periodo delle festività natalizie (dal 24 dicembre all’8 gennaio) in diversi plessi scolastici del Comune capoluogo e della provincia i termosifoni sono stati spenti.

Una misura adottata per fronteggiare i rincari dell’energia. Poco male per studenti e docenti, che sono rimasti a casa, ma nelle strutture sono rimaste al lavoro circa un migliaio di persone: gli addetti del personale Ata (gli assistenti tecnici e amministrativi) e soprattutto i collaboratori scolastici, quelli che una volta erano chiamati “bidelli”.

Dunque, spiega alla Dire il responsabile della Uil scuola di Reggio Emilia Luigi Fiorentino, “negli uffici dove sono installate le pompe di calore è andato tutto bene, mentre i collaboratori incaricati delle pulizie e del riassetto delle aule hanno continuato a lavorare al freddo”. Ovvero, per la Uil, “tra i 10 e i 15 gradi” quando la legge sulla sicurezza sul lavoro prevede una temperatura non inferiore a 17 gradi.

Inoltre, spiega ancora Fiorentino, se nelle comunicazioni inviate dai dirigenti scolastici si raccomandava di ridurre al massimo le presenze negli edifici (e dunque le accensioni degli impianti termici) i collaboratori, per ottemperare a queste disposizioni, “avrebbero dovuto utilizzare le proprie ferie, che invece sono un diritto e andrebbero prese liberamente dai lavoratori e non imposte”.

La Uil scuola ha denunciato il problema ottenendo però fino a questo punto “dei risultati irrisori”. In “alcune scuole abbiamo ottenuto un lieve aumento delle ore di accensione, ma la nostra battaglia continua”, prosegue Fiorentino. Che infine osserva: “Un altro problema si avrà alla ripresa delle lezioni quando, per le misure anticovid, si dovranno tenere le finestre aperte”.