Aemilia, la Cassazione: “Mafia emiliana indipendente da quella calabrese”

21 ottobre 2022 | 15:08
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Aemilia, la Cassazione: “Mafia emiliana indipendente da quella calabrese”

I giudici della Corte suprema hanno riconosciuto la complessiva correttezza dell’operato dei giudici di primo e secondo grado

REGGIO EMILIA – Oggi è stata depositata dalla Seconda Sezione penale della Corte di Cassazione la motivazione della sentenza emessa il 7 maggio che ha messo la parola fine al processo Aemilia confermando oltre 70 condanne. La Corte ha riconosciuto la complessiva correttezza dell’operato dei giudici di primo e secondo grado.

In particolare, sono stati respinti i motivi di ricorso sulla stessa esistenza del delitto di direzione e partecipazione ad una associazione mafiosa di stampo ‘ndranghetista, operante nei territori di Reggio Emilia e nelle province limitrofe fino alla bassa Lombardia. Scrivono i giudice della Corte Suprema: “Coerentemente, sono stati respinti anche quelli relativi al collegamento fra l’associazione e una serie di reati funzionali alla vita dell’associazione stessa, in particolare il reimpiego di denaro di provenienza illecita nelle attività di emissione di fatture per operazioni inesistenti, con il coinvolgimento significativo di realtà imprenditoriali, accompagnate da estorsioni, episodi di usura, danneggiamenti seguiti da incendi, intestazioni fittizie di beni e società, e altri delitti”.

La sentenza ha confermato le decisioni di merito “anche nella parte in cui avevano ritenuto che il gruppo criminale emiliano abbia natura autonoma e non sia una mera articolazione territoriale, per quanto strutturata e complessa, dipendente dalla cosca di riferimento calabrese, proprio perché quel gruppo è caratterizzata da un articolato e differenziato programma associativo di carattere criminoso, supportato da un’ampia dotazione di uomini e mezzi, finalizzato ad accrescere il controllo sul territorio in settori nevralgici del tessuto imprenditoriale emiliano, quali gli autotrasporti e l’edilizia, anche attraverso il riciclaggio di capitali illeciti”.

Concludono gli “ermellini”: “Il complesso iter processuale ha accertato come, nell’arco decennale di attività, l’associazione mafiosa abbia compiuto una progressiva evoluzione strutturale, passando dagli schemi tradizionali della ‘ndrangheta verso un più sofisticato metodo di penetrazione criminale nel tessuto sociale, contraddistinto anche dalla prospettiva di realizzare progetti dominanti in svariati settori imprenditoriali e della società civile”.