Coop Madre Teresa, sale a 226 il numero di donne e bambini accolti
REGGIO EMILIA – Si è decisamente rafforzato, nel 2021, il sostegno assicurato dalla cooperativa sociale Madre Teresa a donne e bambini toccati da condizioni di particolare fragilità.
Lo scorso anno, coincidente con la celebrazione del ventennale di attività, la cooperativa ha infatti accolto 226 donne e bambini (di cui 120 su segnalazione del Comune di Reggio Emilia e altri Comuni reggiani, oltre che da Caritas, Ausl e Prefettura), vale a dire 47 in più rispetto al 2020, ma, soprattutto, ha aperto o assunto la gestione di tre nuove strutture destinate a sostenere donne in situazione di disagio mentale, in forte difficoltà abitativa o in particolari stati di marginalità sociale.
“Nuovi progetti e servizi – sottolinea Liza Vezzani, presidente della coop sociale, che conta 55 soci, 61 lavoratori e 65 volontari e un fatturato di 2,3 milioni di euro – che hanno esteso la possibilità di sostenere donne e bambini in difficoltà grazie al rafforzamento della collaborazione con realtà pubbliche, a partire dal Comune di Reggio Emilia, così come con quelle che fanno riferimento alla Chiesa reggiana e con altre diverse espressioni della cooperazione sociale del nostro territorio, tra le quali il Consorzio Oscar Romero e le cooperative Progetto Crescere e L’Ovile”.
Le nuove attività partite nel 2021 sono state segnate, in ordine cronologico, dall’avvio del servizio educativo nell’appartamento di accoglienza in emergenza aperto dalla Caritas reggiana e dalla Migrantes, nell’ambito del progetto “Maria di Magdala”, per donne o mamme con bambini che vivono una condizione di forte marginalità sociale: qui sono state accolte 7 donne e 1 minore.
Nel mese di aprile, poi, Madre Teresa ha aperto “Casa Ester”, il primo appartamento della cooperativa sociale dedicato al cohousing femminile per donne in condizione di disagio mentale .
“In collaborazione con la cooperativa sociale L’Ovile – spiega Lisa Vezzani – qui assicuriamo un accompagnamento educativo, insieme ad un luogo accogliente e familiare, che consolidi e sostenga le autonomie e le potenzialità delle ospiti”. Quattro le donne attualmente accolte in coabitazione.
Sempre in aprile, la cooperativa sociale di via Kennedy ha iniziato la gestione di “Casa Cavazzoli”, struttura del Comune di Reggio Emilia per l’assistenza abitativa temporanea di donne e mamme con bambini sostenute in percorsi di autonomia in collaborazione con i servizi sociali territoriali. Ventitrè le persone accolte, di cui 12 bambini.
“Queste attività – sottolinea Lisa Vezzani – sono andate ad integrare il sostegno offerto dalle nostre due strutture – casa San Leonardo e casa Sara – in cui assicuriamo accoglienza e percorsi educativi 24 ore su 24 (33 i bambini e 25 le donne accolte nel 2021), i diversi appartamenti per l’autonomia a diversa intensità educativa in cui sono ospitate donne e nuclei mamma-bambino (26 donne e 33 bambini accolti nel 2021), l’accoglienza in appartamento di persone richiedenti asilo (donne con bambini, donne sole o nuclei familiari, per un totale di 34 persone lo scorso anno), i servizi domiciliari di educativa familiare (43, tra adulti e bambini, le persone seguite nel 2021), il lavoro di formazione e inserimento lavorativo sviluppato con il laboratorio “Mani in pasta” (18 persone impegnate nel 2021) e i servizi di accompagnamento al lavoro che, tra inserimenti lavorativi (26), formazione (61) e percorsi personalizzati progettati con gli enti di formazione del territorio, hanno coinvolto, complessivamente, 177 donne”.
Il valore delle attività, come si è detto, si è portato a 2,33 milioni di euro, ancora al di sotto dei 2,44 del 2019, ma in decisa ripresa rispetto ai 2,06 del 2020.
“Dopo le pesanti difficoltà determinate dalle restrizioni causate dalla pandemia – conclude la presidente della coop sociale Madre Teresa – guardiamo al prossimo triennio con una solidità di struttura e di credibilità professionale importanti, ma anche con tante incertezze riguardanti gli scenari micro e macro che ci vedono coinvolti e nei quali dovremo continuare a rafforzare quei servizi di accoglienza e di supporto alla genitorialità e all’autonomia che consentono a tante donne di svincolarsi da tante forme di dipendenza e di riprendere consapevolezza di sé al di fuori di situazioni di povertà di varia natura e, non di rado, di violenza”.