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Welfare aziendale e risparmio fiscale: i benefici per dipendenti ed aziende

7 febbraio 2022 | 15:42
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Welfare aziendale e risparmio fiscale: i benefici per dipendenti ed aziende

REGGIO EMILIA – Il concetto di welfare aziendale è stato ampiamente assimilato tanto dalle aziende che dai dipendenti. Entrambe le parti in causa hanno infatti capito che possono trarne enormi benefici, da un punto di vista fiscale, economico e pratico.

I servizi di welfare aziendale, come quelli forniti da Edenred, consentono dipagare meno tasse in busta paga, proprio per questo motivo risultano più vantaggiosi rispetto ai premi di produzione e ai premi monetari.

L’erogazione dei servizi welfare ai collaboratori non richiede alcun versamento obbligatorio di contributi Inps. I benefit inoltre sono esentasse, quindi le aziende non devono versare alcun contributo e i dipendenti non vedono minimamente intaccata la loro busta paga.

Per i premi monetari sono previste trattenute Inps del 9,19% dell’imponibile contributivo e trattenute fiscali del 30% circa dell’imponibile fiscale. A queste vanno aggiunti gli oneri previdenziali, a carico dell’azienda, che si attestano al 30%.

Situazione piuttosto simile per i cosiddetti premi di risultato, che vengono erogati ai collaboratori dopo aver raggiunto determinati obiettivi di produttività, vendite, redditività, qualità ecc. L’applicazione dell’imposta sostitutiva Irpef è del 10% e nulla cambia per quanto riguarda gli oneri contributivi e fiscali.

In particolare vengono applicate trattenute Inps del 9,19% dell’imponibile contributivo e trattenute fiscali del 10% aliquota sostitutiva. Da ricordare poi gli oneri previdenziali del 30% a carico dell’azienda.

Diversamente le erogazioni welfare on top, cioè cifre destinate dall’azienda ai dipendenti in maniera liberale, non prevedono alcuna tassa né contributo.

Allo stesso modo ai premi di risultato, se convertiti in benefit di welfare aziendali, non possono essere applicate altre tasse o contributi.

I servizi di welfare semplificano notevolmente la vita dei dipendenti ed alleggeriscono il carico fiscale alle aziende.

I collaboratori possono accedere comodamente a buoni spesa, buoni shopping, buoni carburanti, servizi per il benessere, per i viaggi, per la cultura, per l’istruzione dei figli, per il trasporto pubblico, per la previdenza, per la salute ecc.

Tutto questo senza intaccare minimamente lo stipendio mensile, aumentando il potere d’acquisto degli stessi dipendenti che vedono migliorare la qualità della vita e sviluppano una maggiore fedeltà verso l’azienda.

L’azienda, a sua volta, contiene il costo del lavoro, incrementa la produttività, premia le performance, sostiene il reddito dei dipendenti e attrae nuovi talenti.

In questo circolo virtuoso ne trae beneficio l’intera economia italiana. Le società convenzionate con i servizi di welfare aziendale possono infatti aumentare il loro fatturato, promuovere i prodotti e costruire una rete di clienti fidelizzati.

Ritornando al discorso contributivo, è importante sottolineare un altro aspetto: i servizi welfare non richiedono l’obbligo di versamento dei contributi per fini pensionistici, ma è comunque possibile versare quote di welfare in un fondo di previdenza integrativo.

I cosiddetti benefit flexible, ad esempio, danno la possibilità al dipendente di versare una parte del suo credito welfare, o anche tutto, verso il fondo di previdenza integrativa presso il quale è iscritto.