Sicrea e Siteco chiedono la cassa integrazione per cessata attività

5 giugno 2020 | 14:29
Share0
Sicrea e Siteco chiedono la cassa integrazione per cessata attività

L’ira della Fillea Cgil di Modena: “Non ci hanno nemmeno coinvolto. Su Siteco, fra l’altro è una soluzione inaspettata”. Ci sono 250 lavoratori che da febbraio non percepiscono lo stipendio

REGGIO EMILIA – Non c’e’ pace per l’ex colosso cooperativo delle costruzioni Sicrea Group (nato nel 2012 dalla ceneri delle coop di Reggio Emilia Cmr e Orion) e per la sua controllata modenese Siteco, che aveva rilevato i cantieri di Cdc e Cooperativa di San Possidonio, tentando di risollevarle nel momento piu’ buio del comparto edile.

Ieri i rappresentanti delle due societa’, denuncia infatti oggi la Fillea-Cgil di Modena, “hanno presentato domanda di cassa integrazione per cessazione dell’attivita’ in maniera unilaterale senza alcun coinvolgimento dei sindacati”. Una decisione che, per quanto riguarda Sicrea spa, era prevedibile considerata la situazione di crisi conclamata dell’azienda.

Dopo le dimissioni avvenute a febbraio del presidente Luca Bosi, infatti, Sicrea ha approvato poco dopo un bilancio disastroso relativo all’esercizio 2019: 21,7 milioni di perdite (di cui 6,3 attribuibili a Siteco) per un ammontare complessivo di 41 milioni di debiti con banche e centinaia di fornitori e subappaltatori. Da qui la messa in liquidazione e – il 6 maggio scorso – la presentazione di un concordato preventivo in attesa di risposta.

Per Siteco Srl, invece, “la richiesta di una cassa integrazione per cessazione dell’attivita’ e’ arrivata del tutto inaspettata in quanto, negli incontri che le organizzazioni sindacali hanno avuto con il nuovo amministratore, dottor Alfredo Medici, questi si era detto sempre fiducioso di una ripartenza dell’azienda e di una probabile ricapitalizzazione a breve della stessa”, continua la Fillea. Sottolineando inoltre che l’ammortizzatore sociale e’ stato chiesto dalle imprese senza attendere la risposta alla convocazione di un tavolo regionale di crisi presentata dai sindacati modenesi di categoria dell’edilizia la scorsa settimana.

In ballo, viene evidenziato, c’e’ il futuro di 250 lavoratori che da febbraio non percepiscono lo stipendio, molti dei quali si stanno per questo rivolgendo alle sedi sindacali per presentare telematicamente le dimissioni per giusta causa. In questo quadro “ci appelliamo alla Regione Emilia-Romagna affinche’ acceleri la convocazione di un tavolo regionale per scongiurare la cessazione delle attivita’ delle societa’”, conclude la Fillea Cgil di Modena, secondo cui “ora il futuro delle due societa’ che negli anni passati sono state la ciambella di salvataggio delle imprese edili modenesi e reggiane facenti riferimento al movimento cooperativo appare alquanto fosco visto che, notizia di questi giorni, alla loro sede e’ anche stata staccata la corrente elettrica per morosita’”.

Il sindacato, inoltre, non risparmia una sferzata al mondo cooperativo, quando ricorda che “gli amministratori che man mano se ne sono andati dalle due societa’, lasciandole impantanate in una grave situazione di crisi lavorativa ed economica, sono stati tutti ricollocati in posizioni dirigenziali all’interno di aziende del mondo cooperativo”.