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Coronavirus, i ristoratori reggiani: “Ascoltateci su come riaprire”

7 maggio 2020 | 15:15
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Coronavirus, i ristoratori reggiani: “Ascoltateci su come riaprire”

Gli esercenti: “La cassa integrazione non si vede e lavorare con il delivery non basta”. Sos degli imprenditori alla Regione: “Stabiliamo regole insieme”

REGGIO EMILIA – I ristoratori di Reggio Emilia scendono in piazza nell’ambito di una manifestazione che coinvolge oggi tutta la regione, per spiegare le difficolta’ del settore e le loro proposte per la riapertura dei locali. Contenuti che in ogni provincia saranno esposti da un rappresentante della categoria, per confluire poi in un video collettivo da presentare alla Regione.

A farsi portavoce delle istanze nella citta’ del Tricolore sono Paolo Croci (titolare dell’osteria kilometro zero di Gavassa) e Francesco Ricco’ (che gestisce la bottega 39 in piazza della Legna), gia’ tra i promotori del comitato locale dei “Ristoratori responsabili”, che associa oggi oltre 200 esercenti, tra i primi ad abbassare volontariamente le serrande all’inizio della pandemia.

“La nostra richiesta principale – spiega Croci – e’ quella di poter partecipare ai tavoli tecnici come esperti del settore e decidere insieme quelle che saranno le regole per riaprire. Poi le proposte sono svariate e possono essere differenti da provincia a provincia, anche se ci sono alcuni problemi comuni come la sospensione dei tributi e delle spese fisse in capo agli enti locali o la richiesta di cassa integrazione”.

Un punto pero’, dice il ristoratore, deve essere chiaro: “Aprire per aprire non ci interessa e anzi puo’ essere controproducente. Ripartire con le regolamentazioni restrittive e con la problematica che le persone saranno sicuramente diffidenti a frequentare luoghi pubblici, per noi potrebbe essere un’arma a doppio taglio”. Ecco perche’ “chiediamo di poterci confrontare con le istituzioni in modo approfondito per poter garantire soprattutto l’occupazione dei nostri addetti ai lavori”.

La situazione nel frattempo non e’ rosea, continua Croci, perche’ “la cassa integrazione non si vede e lavorare con il delivery non basta”. Nel suo locale ad esempio “ci sono 12 lavoratori, oggi lavoriamo in tre. Se dovesse continuare cosi’ ne dovrei licenziare 10”. Se da un lato si chiede attenzione alla Regione, dall’altro si ribadisce invece il dialogo positivo instaurato in queste settimane con il Comune, dove e’ stato attivato un tavolo tecnico.

Meno buono, paradossalmente, il rapporto con le associazioni di categoria che, spiegano Croci e Ricco’, “faticano a considerarci come interlocutori, perche’ spesso il ristoratore viene considerato come una persona singola, ma e’ un’idea distorta, perche’ ci sono anche dei dipendenti”. A proposito di riunioni, i vertici in programma a Reggio sono due: domani tra le associazioni di rappresentanza (i ristoratori non sono stati invitati) e mercoledi’ in municipio (fonte Dire).