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Cento trattori contro l’impianto a biogas di Gavassa

21 luglio 2019 | 12:06
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Cento trattori contro l’impianto a biogas di Gavassa

Trecento persone, in rappresentanza di 70 aziende agricole, ma anche residenti, hanno sfilato per le vie del centro. L’assessore Bonvicini: “Aperti al dialogo”

REGGIO EMILIA – Trecento persone, in rappresentanza di 70 aziende agricole, ma anche residenti, hanno sfilato ieri mattina con i loro trattori in città per protestare contro la costruzione dell’impianto per la produzione di biogas nella zona fra Gavassa e Prato di Correggio. Un centinaio di mezzi agricoli sono partiti dallo stadio Mapei e sono arrivati fino in centro, in piazza della Vittoria, percorrendo i viali di circonvallazione. Una protesta rumorosa, ma pacifica.

In piazza c’erano anche militanti del Movimento 5 Stelle, nonostante gli organizzatori abbiano tenuto a sottolineare il carattere completamente apolitico della manifestazione. Dopo piazza della Vittoria i manifestanti sono poi arrivati fino a piazza Prampolini, dove si sono radunati sotto al Comune.

Il Comune: “Aperti al dialogo”
Carlotta Bonvicini, assessore all’ambiente, replica: “L’amministrazione comunale ha il massimo rispetto di tutte le manifestazioni di dissenso, compresa quella di oggi sull’investimento che Iren propone per la produzione di biogas e compost per l’agricoltura a Gavassa. Perciò confermiamo la nostra apertura e disponibilità al proseguimento di un dialogo avviato da tempo prima del raggiungimento della decisione finale”.

E aggiunge: “Nel merito, desideriamo sottolineare alcuni aspetti del progetto, che ne definiscono le sue caratteristiche fondamentali. Quello previsto a Gavassa non è un impianto destinato a inquinare: non stiamo parlando di un termovalorizzatore e non è un inceneritore, ma si tratta di un impianto che trasforma il rifiuto già differenziato (la Forsu, Frazione organica del fiuto solido urbano, fatta dai resti organici di alimenti e scarti o degli sfalci verdi, e quindi non la plastica o altri rifiuti) in energia, ovvero biogas da cui trarre biometano, e Compost per l’agricoltura. L’energia immessa potrebbe servire migliaia di utenti per il riscaldamento degli edifici (la quantità di biometano prodotta potrebbe coprire il fabbisogno di gas naturale per riscaldamento di circa 4.600 famiglie) oppure essere messa in rete ed essere destinata all’alimentazione di autobus per il trasporto pubblico (Il biomentano prodotto potrebbe alimentare 190 autobus: l’azienda di trasporto pubblico Seta ha infatti già previsto la conversione a biometano della propria flotta diesel nel proprio Piano industriale). Si tratterebbe di un esempio virtuoso sia sul piano della sostenibilità ambientale, sia sotto il profilo dell’economia circolare”.

Precisa la Bonvicini: “Ribadiamo che, come già è avvenuto nell’ambito della Conferenza dei Servizi dedicata al progetto, viene riservata – come è giusto che sia – la massima attenzione alla filiera agroalimentare, con particolare riguardo ai prodotti tipici. Sul tema Iren si è avvalsa e continuerà ad avvalersi anche della conoscenza scientifica e dell’esperienza del Centro ricerche produzioni animali (Crpa) presente nella nostra città. La nostra disponibilità al confronto di merito permarrà anche dopo la conclusione della Conferenza dei Servizi – che nel corso del suo lavoro ha già recepito osservazioni su aspetti tecnologici, ambientali, economici e sociali – perché siamo interessati a trovare le migliori soluzioni, non impattanti, a beneficio del territorio a cominciare dall’abitato e dagli operatori economici di Gavassa. Siamo cioè disponibili a migliorare ulteriormente il progetto, se necessario”.

Il confronto proseguirà fino al prossimo autunno, anche nei Consigli comunali di Reggio Emilia, Correggio e San Martino in Rio, chiamati ad approfondire e valutare una decisione che riguarda l’intero territorio provinciale e di Area vasta.