Aemilia, il processo d’appello in carcere a Bologna

18 febbraio 2019 | 15:00
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Aemilia, il processo d’appello in carcere a Bologna

Il ministero della Giustizia finanzierà i lavori di ritrutturazione dell’aula della prigione della Dozza

REGGIO EMILIA – L’appello del processo Aemilia, che si e’ concluso in primo grado il 31 ottobre a Reggio Emilia, si terra’ in un’aula del carcere della Dozza di Bologna, come aveva chiesto, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore generale Ignazio De Francisci.

Barbara Fabbrini, capo del Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del ministero della Giustizia, fa infatti sapere, in occasione di una conferenza stampa in Regione Emilia-Romagna, che domani a Roma firmera’, assieme al capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini, “la convenzione per permettere l’uso dell’aula, che ovviamente sancira’ anche l’inizio dei lavori nell’aula stessa, che sono gia’ programmati, cosi’ come e’ gia’ stata stabilita la tempistica per il loro completamento”.

Per quanto riguarda il budget che sara’ stanziato dal ministero, che De Francisci aveva quantificato in 300-350.000 euro, Fabbrini non fa anticipazioni, limitandosi a dire che “i dettagli saranno resi noti domani, dopo la firma”.

A tirare in ballo l’argomento era stato, durante la conferenza stampa, lo stesso procuratore generale, che aveva colto l’occasione per dire che “abbiamo iniziato a lavorare alla cosa”, invitando il sottosegretario alla Giustizia, Vittorio Ferraresi, a “pungolare” per sveltire i tempi e iniziare i lavori al piu’ presto, dato che l’appello dovrebbe iniziare in autunno “ma la burocrazia e’ lenta”.

Una volta saputo dell’imminente firma della convenzione, De Francisci si e’ ovviamente detto “felice”, spiegando che “e’ un’ottima notizia, perche’ finalmente avremo l’aula, che potra’ essere usata anche per altri processi”. Dunque, sintetizza il procuratore generale, “lode al ministero e ai colleghi che ci lavorano”, mentre Fabbrini rimarca che “si tratta di un risultato arrivato in tempi eccezionali, anche grazie alle risorse messe a disposizione dal mio Dipartimento e alla messa a disposizione dei locali della Dozza da parte dell’Amministrazione penitenziaria”.