Milleproroghe, stop ai fondi per le periferie

9 agosto 2018 | 07:55
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Milleproroghe, stop ai fondi per le periferie

Provvedimento votato dal Senato all’unanimità, anche dal Pd. L’ira di 96 Comuni. Marchi (Reggio): “Erano i fondi per riqualificare l’area Reggiane”. Muzzarelli (Modena): “Il Pd deve fare chiarezza

REGGIO EMILIA – Decreto Milleproroghe, insorgono 96 amministrazioni comunali di ogni colore: nel provvedimento approvato a maggioranza a Palazzo Madama (270 sì su 270 presenti, compresi i senatori del Pd) e in attesa del voto alla Camera, è previsto il congelamento fino al 2020 della seconda tranche di investimenti voluti dai governi Renzi e Gentiloni. Fondi che a Reggio (una delle 96 città interessate insieme a Modena) sarebbero serviti per la riqualificazione della “periferia degradata”: in particolare dell’area Reggiane e del quartiere di Santa Croce esterna.
I 96 sindaci interessati annunciano battaglia, e quello di Modena, Muzzarelli, parla di “cantonata anche del Pd” e chiede un cambiamento radicale del partito. Godono invece altre amministrazioni: quelle virtuose potranno spendere l’avanzo di amministrazione, ora svincolato per investimenti.

Il Governo chiarisce, tramite il sottosegretario M5S all’Economia e Davide Zanichelli (parlamentare pentastellato reggiano, membro della Commissione Finanze della Camera), che l’intervento di congelamento si è reso necessario per rispettare una sentenza della Corte costituzionale. I senatori, anche del Pd, dunque avrebbero fatto solo quanto necessario e la rivolta dei sindaci sarebbe strumentale. “E’ il colmo che oggi il Pd ci attacchi visto che ha votato a favore dell’emendamento – ha dichiarato Caselli – ma, soprattutto, dopo che ha promesso dei fondi con una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale: le sentenze della Corte costituzionale non valgono più per il Partito Democratico?”.

A Reggio parla l’assessore a Bilancio, Patrimonio pubblico e Partecipate Daniele Marchi: “Questo emendamento – dice l’assessore – non è letteralmente solo uno scippo di quei due miliardi già stanziati dai governi Renzi e Gentiloni a favore della riqualificazione delle periferie di oltre 120 comuni, senza distinzione di appartenenza politica; a quelle risorse vanno infatti aggiunti ulteriori 2 miliardi di investimenti privati generati da questi stessi progetti in zone fragili e con gravi problematiche, che in questo modo andrebbero persi.

A Reggio Emilia sono a rischio progetti importanti e fondamentali per tutta la città, quali la prosecuzione della riqualificazione dell’area delle ex Reggiane, la riapertura di viale Ramazzini e gli investimenti e i progetti di decine di associazioni della nostra cittàcon il progetto del Riuso nel quartiere Santa Croce. Progetti per il quale il Bando Periferie prevedeva lo stanziamento di 18 milioni di euro e sui quali il Comune di Reggio Emilia e Stu Reggiane hanno già investito migliaia di euro di progettazione, ai quali si aggiungono gli investimenti dei privati coinvolti, per una cifra complessiva di circa 40 milioni di euro. Fermare tutto sarebbe una follia”.

Più duro (ma meno politicamente strumentale) l’intervento del sindaco di Modena: “Ho appreso che l’emendamento per il rinvio del secondo step del bando periferie è stato approvato all’unanimità, Pd compreso. Sono sbalordito – afferma Gian Carlo Muzzarelli – Se anche chi minaccia ogni giorno la più dura delle opposizioni al governo giallo verde prende cantonate così e cade negli emendamenti trappola del Governo senza verificarli, c’è da essere davvero sgomenti per il futuro della sinistra e per la sorte delle città e dei territori. A questo punto non solo confermo i giudizi che ho già espresso sul Governo e sul provvedimento, ma chiedo al Pd di fare subito chiarezza al suo interno e di prendere immediatamente l’impegno per cancellare la norma alla Camera”. E conclude: “Dopo di che mi pare evidente che per il Pd cambiare spartito e suonatori è sempre più urgente”.

“Il Governo – hanno specificato Castelli e Zanichelli – è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 74 del 2018. Abbiamo pertanto garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100. Ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie. In ogni caso le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate. Va comunque sottolineato che il bando per le periferie era stato finanziato dal precedente Governo per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di mere promesse più che di risorse messe realmente a disposizione”.