Coop, il 75% di quelle ispezionate in Regione “è irregolare”

18 luglio 2018 | 15:33
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Coop, il 75% di quelle ispezionate in Regione “è irregolare”

Lo dicono i numeri dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Bologna. Il presidente di Legacoop Monti: “Nelle centrali coop lo escludo”. Milza (Confcooperative): “Il 40% delle aziende sfugge alle centrali. E’ lì che si annidano i guai”

REGGIO EMILIA – La maggior parte delle cooperative controllate dagli ispettori del lavoro in Emilia-Romagna e’ irregolare. Delle 249 coop ispezionate in regione nel 2017, ben 188 risultano sono fuori norma (il 75%) e la stessa percentuale si riscontra nel primo semestre 2018. Se si considerano poi le coop non associate alle maggiori realta’ di categoria (Legacoop, Confcooperative e Agci) il dato raggiunge l’85% (su 163 coop controllate le irregolari sono 140) e tocca il 90% “nei primi mesi di quest’anno”.

Lo dicono i numeri dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Bologna che approdano alla commissione speciale di ricerca e studio sulle cooperative spurie o fittizie, guidata in Regione dal consigliere Pd Luca Sabattini insieme con la vicepresidente Giulia Gibertoni (M5s). Questa volta, in commissione, sono dunque state ascoltate le relazioni di Ispettorato del lavoro, Inail e Inps Emilia-Romagna. “Questi soggetti irregolari – spiega sulle coop spurie Fabio Pulvirenti dell’ispettorato- non aderendo alle centrali cooperative sfuggono anche ai controlli di categoria e sono gli stessi che sfruttano gli spazi di flessibilita’ nella vigilanza per avvalersi di forme contrattuali distorte o non applicare i contratti nazionali stipulati”. Per l’Ispettorato, si tratta spesso di attivita’ che scompaiono nel giro di uno-due anni o che modificano frequentemente la loro compagine statutaria, proprio per sfuggire a controlli e sanzioni.

Santo Lazzara dell’Inail Emilia-Romagna fa notare, da parte sua, come le cooperative in questione sfruttino il meccanismo della “compensazione”, ossia dichiarino di pagare Inail e Inps con crediti che non hanno, certi che quando ci si accorgera’ dell’irregolarita’ la societa’ sara’ gia’ sciolta e il titolare non piu’ rintracciabile. Il tipico caso riscontrato nel distretto emiliano della lavorazione delle carni, ad esempio. Sulla stessa linea in commissione Salvatore De Falco, dell’Inps Emilia-Romagna: “Il problema e’ che le finte imprese cooperative sanno che i controlli effettivi dell’Agenzia delle entrate non avverranno prima di cinque anni, termine entro il quale le stesse avranno gia’ provveduto a sciogliere la societa’ e a crearne di nuove con altro nome”. De Falco punta il dito anche su quella che chiama “transumanza” di lavoratori, ovvero la pratica per cui gli stessi dipendenti si spostano da una cooperativa all’altra dopo aver usufruito dell’indennita’ di mobilita’. “Bisogna diffidare, ad esempio, di quelle coop con sede legale a Bologna, magari tutte allo stesso indirizzo, che non hanno appalti in provincia ma lavorano solo fuori regione”, segnala il funzionario Inps.

Monti: “Nelle centrali coop lo escludo”
“Per quel che ci riguarda come centrali cooperative associate e centrali cooperative, noi operiamo verifiche dirette ed escludiamo, salvo casi particolari che emergano, che tra i nostri associati ci siano cooperative spurie o false”. Lo dice Giovanni Monti, presidente di Legacoop Emilia-Romagna e del Movimento cooperativo dell’Emilia-Romagna, in sostanza l’alleanza con le altri centrali, oggi a margine della conferenza della cooperazione di scena in Regione a Bologna. Fin dal primo mattino il clima che tiene banco non e’ dei migliori, attorno alla terza torre di viale Aldo Moro dove si tiene il convegno.

Pesano i dati diffusi dalla commissione regionale sulle coop spurie ieri sera: il 75% delle 249 cooperative ispezionate negli ultimi nove mesi e’ irregolare, tenendo conto che i controlli si attivano su segnalazioni e non a campione. Cosi’, si pensa ufficialmente al ‘malinteso’, per provare a capire. Si distingue a margine del convegno tra coop associate alle centrali ufficiali e non, anche se ieri sera la nota della commissione era stata chiara su questo singolo aspetto: “Delle 249 coop ispezionate in Emilia-Romagna nel 2017- si leggeva- 188 sono fuori norma (75%) e la stessa percentuale si riconferma nel primo semestre del 2018. Se si considerano poi le coop non associate alle maggiori realta’ di categoria (come Legacoop, Confcooperative e Agci) il dato raggiunge addirittura l’85% (su 163 coop controllate le irregolari sono 140) e tocca il 90% nei primi mesi di quest’anno”. Insomma, anche tra le coop associate risultano irregolarita’. Val al punto cosi’ Monti: “Abbiamo letto il dato dalla nota emessa in questo modo: tra le cooperative controllate direttamente dal ministero, perche’ non aderenti a nessuna centrale, abbiamo fino al 75-80% di coop che presentano problematiche, alcune serie e altre da verificare, magari”.

Il presidente di Confcooperative Milza: “Il 40% delle aziende sfugge alle centrali. E’ lì che si annidano i guai”
Ben il 40% delle 5.051 cooperative attive in Emilia-Romagna non aderisce ad alcuna associazione di riferimento (contro un 60% targato Legacoop, Confcooperative o Agci) ed e’ li’ che si possono annidare piu’ facilmente le aziende spurie o irregolari. La questione emerge questa mattina attorno alla terza conferenza regionale della cooperazione, di scena a Bologna nella sede della Regione, e a battere un colpo e’ il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna Francesco Milza.

Che spiega: “Non e’ corretto affermare, come qualcuno ha fatto, che la gran parte delle oltre 5.000 cooperative in Emilia-Romagna e’ irregolare. Il problema, infatti, si annida in quelle troppe cooperative- puntualizza Milza parlando alla ‘Dire’- che non aderiscono a nessuna centrale e il cui controllo e’ demandato solo allo Stato, attraverso una revisione che spesso non viene eseguita nei tempi dovuti”.

Se n’era parlato anche qualche mese fa alla presentazione dell’ultimo consuntivo Confcooperative e in questo solco sprona Milza: “È arrivato il momento di cambiare passo e reagire con forza a questa situazione. Serve denunciare con ancora piu’ insistenza agli organi competenti quelle false cooperative che sfruttano i lavoratori, falsano la concorrenza e infangano il nostro sistema. Ma non possiamo ‘pagare’ questa azione di denuncia con la diffusione di rappresentazioni non corrette”. Proprio quest’ultimo aspetto diventa piu’ che mai delicato, almeno stando alle reazioni dei cooperatori oggi ai dati diffusi dalla commissione regionale sulle coop spurie ieri sera.