Zona stazione, i cittadini: “Chiusi in casa, l’illegalità ci tiene sotto scacco”

22 maggio 2018 | 12:42
Share0
Zona stazione, i cittadini: “Chiusi in casa, l’illegalità ci tiene sotto scacco”

L’incontro fra politici e Cres in via Turri. La Sangiorgi: “Il quartiere va riqualificato, perche’ l’intera citta’ possa vivere meglio”. Contestato il consigliere Maura Manghi (PD) che dice: “Qui nessuno ha scelto scientemente di creare un ghetto”. La civica Rubertelli: “Nel bilancio del Comune gli investimenti sulla sicurezza sono un ‘copia e incolla’ da 10 anni”

REGGIO EMILIA – Le elezioni del 2019 sono gia’ nell’aria e, a Reggio Emilia, la zona della stazione torna al centro del dibattito. A riunire per la prima volta i rappresentati di tutte le forze politiche della citta’ – Pd, M5s, Alleanza civica, Articolo 1, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Sinistra italiana -, e’ stato il comitato Reggio Emilia sicura (Cres), che ieri sera ha voluto tastare il polso degli esponenti dei partiti e ascoltare in via Turri le loro proposte per “una citta’ piu’ sicura e vivibile”. Il senso dell’iniziativa lo spiega senza mezzi termini la portavoce del comitato Lucia Sangiorgi: “Siamo qua per guardare al futuro di questa zona nella speranza di trovare politici che affrontino delle ‘grandi sfide’ e abbiano il coraggio e la capacita’ di affrontare il degrado del quartiere e della citta’”.

E ancora: “Abbiamo bisogno di ritrovare la fiducia nella politica: quella vera, quella che agisce e non si nasconde dietro le inaugurazioni”. I problemi della zona stazione, la piu’ multietnica della citta’, sono noti da tempo, ma Sangiorgi li riepiloga: “Viviamo tra spaccio, risse e aggressioni e avviene tutto di giorno, alla luce del sole. Siamo anche pionieri di problemi nuovi come quello delle baby gang”. Il comitato sottolinea poi: “Ci hanno chiamano ‘ghetto’ e ‘bronx’, ma quando per gestire l’immigrazione qualcuno ha pensato di usare il quartiere come un contenitore, deve essere sembrata una buona idea perche’ e’ stata seguita. Ci sentiamo come se ci avessero messo un muro intorno, ma ora le mura sono crollate e anche la citta’ sperimenta quello che noi abbiamo vissuto per anni”.

Il Cres chiarisce che i problemi sono reali, non ideologici: “Si fa presto a mettere delle etichette e a decidere come ci sentiamo, ma nel quartiere (5.000 residenti di cui 3.000 stranieri piu’ un numero imprecisato di persone non conosciute che vivono in appartamenti occupati e cantine) non ci sono mai stati espisodi di intolleranza grave.
Conviviamo e purtroppo condividiamo una sensazione di vita non serena”. Sangiorgi parla a braccio per una decina di minuti e continua: “Vorremmo dei politici che pensino al bene delle persone, ci sono 700 anziani e 800 minori, ma siamo tutti chiusi in casa, l’illegalita’ ci tiene sotto scacco. Sembra un racconto tragico ma la tragedia e’ vicina”.

L’accusa dei residenti all’amministrazione e’ infine circostanziata: “Non c’e’ nessun progetto di riqualificazione: qui potevano arrivare 20 milioni, ma quei soldi sono stati destinati alle Reggiane. Per una citta’ che dice di mettere al centro i problemi delle persone, riteniamo che questa scaletta di investimenti sia uno schiaffo al buon senso”. Insomma, conclude Sangiorgi, “il quartiere della zona stazione va riqualificato, non per spostare il problema, ma perche’ l’intera citta’ possa vivere meglio”.

Cres

Tra i rappresentanti politici – estratti a sorte nell’ordine di intervento – parla per prima la consigliera del Pd Maura Manghi, contestata dal pubblico. In particolare Manghi puntualizza: “Per la stazione e’ stato presentato un bando diverso rispetto a quello delle Reggiane, ma non e’ stato ammesso al finanziamento. Ed e’ impossibile spostare il finanziamento da un progetto all’altro”. Anche negli altri quartieri, prosegue la dem, “ci sono problemi di degrado e ordine pubblico, qui serve un faro, un riflettore piu’ ampio, ma no alla guerra tra quartieri su queste tematiche”.

Nonostante la disapprovazione della platea di cittadini, una cinquantina quelli presenti, Manghi aggiunge: “Qui nessuno ha scelto scientemente di creare un ghetto: c’e’ stato un susseguirsi di problemi e responsabilita’ di alcuni reggiani che hanno visto un guadagno facile nell’affittare gli immobili a prezzi particolari e senza controlli. E quando il valore di un immobile si svaluta o avvengono speculazioni o lo compra chi si puo’ permettere solo quel prezzo”. Infine “10 anni di crisi hanno portato all’esasperazione e al degrado”.

Cres

La “legalita’ – conclude l’esponente del Pd- non si difende solo con l’ordine pubblico, serve una collaborazione fattiva”. Un esempio? “In Consiglio comunale ho presentato una mozione per il controllo delle cantine usate come dormitorio e il mio partito l’ha approvata. Ma il problema e’ che non si possono fare controlli in case private. Serve la collaborazione dei cittadini che denunciano”.

Nel gradimento del pubblico vanno decisamente meglio Alessandro Aragona (Fdi) e Cinzia Rubertelli (consigliera civica in sala del Tricolore), applauditi piu’ volte dalla sala. “Le normative – dice Rubertelli – ci sono: contro gli illeciti servono controlli. Ma qui non si e’ fatto nulla, nel bilancio del Comune gli investimenti sulla sicurezza sono un ‘copia e incolla’ da 10 anni”. E per finire, rimarca la civica, “il bando periferie andava fatto qui” (fonte Dire).