L'editoriale

Il Pd, i Cinque Stelle e la tentazione del suicidio politico

7 marzo 2018 | 08:33
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Il Pd, i Cinque Stelle e la tentazione del suicidio politico

Il Partito democratico vada all’opposizione, “rottami” le politiche renziane e la classe dirigente che lo ha ridotto in questo stato, evitando l’abbraccio mortale con i pentastellati

REGGIO EMILIA – Le elezioni del 4 marzo hanno dato, in realtà, un risultato politico molto chiaro. Può non piacere (e a chi scrive non piace), ma il dato di fatto è che un italiano su due ha votato per forze populiste, demagogiche e antieuropeiste. E’ un dato politico che non ha probabilmente uguali in Europa, ma così è. A questo punto è evidente quali forze politiche dovrebbero formare un prossimo governo: il M5S e la Lega. Tocca a loro dimostrare cosa sono capaci di fare.

In queste ore sta serpeggiando, in alcuni ambienti del Pd, la tentazione di dialogare con il Movimento Cinque Stelle. Un accordo di governo con i pentastellati sarebbe un vero e proprio suicidio politico per il Partito Democratico. Pd e M5S hanno programmi troppo diversi e, con il suo 18,7%, il Pd verrebbe fagocitato da Di Maio, sarebbe costretto a subire le politiche dei Cinque stelle e a fare da ruota di scorta. E’ un massacro politico che non farebbe bene né al Paese, né al Pd che, alle prossime politiche, prenderebbe il 10 per cento e alle prossime elezioni amministrative rimedierebbe una batosta storica.

Gli italiani hanno dato un’indicazione molto chiara. Vogliono la Lega e i Cinque Stelle. Bene, governino loro. Poi vediamo. Se questa è la volontà degli italiani, il popolo deve essere accontentato. Siamo in democrazia. Il Pd vada all’opposizione, cambi interamente la sua classe dirigente e “rottami” le politiche renziane che lo hanno ridotto in questo stato. Il partito deve recuperare il rapporto con la sinistra di Leu, tornando nelle sezioni, nelle fabbriche, nelle piazze e nei mercati a contatto con il popolo per riottenere la fiducia degli elettori che hanno votato M5S e degli astenuti. Sarà un lavoro lungo e faticoso, ma è l’unica strada che il Partito democratico deve percorrere se non vuole suicidarsi politicamente in un abbraccio mortale con i pentastellati.