I carabinieri reggiani commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana

14 febbraio 2018 | 18:34
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I carabinieri reggiani commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana
I carabinieri reggiani commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana
I carabinieri reggiani commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana
I carabinieri reggiani commemorano la medaglia d’oro Leone Carmana

REGGIO EMILIA – Commemorato ieri mattina, al cimitero monumentale, Leone Carmana, carabiniere reggiano eroe decorato di medaglia d’oro a cui è anche dedicata la caserma cittadina. La cerimonia si è svolta alla presenza del colonnello Antonino Buda, di Daniela Chemi (in rappresentanza del Prefetto) dell’ispettore regionale dell’associazione nazionale carabinieri in congedo generale Claudio Rosignoli e del presidente della sezione carabinieri in congedo di Reggio tenente in congedo Domenico Viola. Erano presenti anche i carabinieri reggiani in servizio insieme a quelli dell’associazione nazionale carabinieri in congedo.

Dopo la messa in suffragio dell’eroe i carabinieri hanno deposto una corona alla sua lapide. Leone Carmana nato a Gazzano di Villa Minozzo (Re) l’11 novembre 1894 dai contadini Giovanni ed Emilia Masini, appena ventenne partecipò alla Prima Guerra Mondiale inquadrato nel 7° Reggimento Fanteria, riportando due ferite. Transitato nell’Arma dei Carabinieri al termine della guerra, vi operò fino al 1923, quando decise di ritornare alla vita dei campi, sposandosi e diventando padre di due bambine.

Purtroppo l’eroe, sopravvissuto a tremende prove, ancor giovane spirò per malattia all’ospedale di Reggio Emilia, il 10 febbraio 1926. E’ stato decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare con questa motivazione: “Piantone all’ingresso di una polveriera, scorto l’avvicinarsi di una settantina di rivoltosi, che già si erano impossessati dei fucili di due corpi di guardia ed intendevano impadronirsi della polveriera stessa, ordinata la chiusura della porta dietro di sé, pur sapendo di precludersi così ogni via di scampo, rispose a colpi di moschetto al fuoco dei ribelli, mantenendosi saldo al suo posto, da solo benché ferito, dando così tempo al sopraggiungere di rinforzi, coi quali concorse poi a fugare i facinorosi, sventando in tal modo il criminoso tentativo. Esempio mirabile di eccezionale presenza di spirito, di coraggio e di altissimo sentimento del dovere”.