Aemilia, i giudici: “Al nord borghesia mafiosa che cercava cosca”
Lo scrivono i giudici della corte d’appello di Bologna nelle motivazioni della sentenza emessa a settembre dell’anno scorso contro 60 imputati che avevano scelto l’abbreviato
REGGIO EMILIA – Al nord e in Emilia esiste una “borghesia mafiosa” fatta di “imprenditori, liberi professionisti e politici che ricercavano il contatto con la cosca in ragione delle ampie opportunita’ offerte dall’appoggio dell’organizzazione”.
Lo scrivono i giudici della corte d’appello di Bologna nelle motivazioni della sentenza emessa a settembre dell’anno scorso contro 60 imputati del processo Aemilia che avevano scelto il rito abbreviato.
Con riferimento alla cosca con epicentro a Reggio Emilia si parla negli atti giudiziari di “una holding criminale, una multinazionale del delitto”, dove “lo spietato sistema degli anni ’90 cede il posto a un metodo piu’ sottile, mascherato da un’apparente attivita’ imprenditoriale attiva nei settori dell’edilizia, dei trasporti, dei rifiuti e del movimento terra, dei quali il sodalizio calabro-emiliano assumeva in breve tempo il sostanziale monopolio”.