Torre di San Prospero, il vescovo ai reggiani: “Aiutateci per il restauro”

23 novembre 2017 | 08:00
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Torre di San Prospero, il vescovo ai reggiani: “Aiutateci per il restauro”

Monsignor Camisasca: “Sono certo che il restauro della Torre non sia una questione solo delle Istituzioni, ma di ognuno di noi”

REGGIO EMILIASi è svolto ieri al museo diocesano un incontro informativo con il Comitato per il restauro della Torre di San Prospero. Durante questo appuntamento, il vicario generale della diocesi, monsignor Alberto Nicelli, ha letto una lettera scritta da Massimo Camisasca in cui il vescovo chiede ai reggiani un aiuto per terminare i lavori di restauro alla torre di San Prospero.

Carissimi fratelli e amici reggiani,
sin dal mio arrivo a Reggio Emilia sono rimasto positivamente impressionato dal grande orgoglio del nostro popolo per la propria città, la propria storia, la propria terra. Nel tempo ho capito che l’attaccamento nasce da un affetto concreto per la bellezza di questo luogo. Una bellezza accogliente, familiare, semplice e al contempo nobile ed elegante.

Uno dei luoghi più suggestivi di Reggio Emilia è certamente la piazza di san Prospero. La Basilica del nostro Patrono, i suoi leoni rossi, la Torre, i negozietti sotto gli archi e i locali le conferiscono un fascino originale, caratteristico. Quanti ospiti venuti a trovarmi da lontano sono rimasti stupiti da questo piccolo gioiello. Nel tempo la piazza, ma soprattutto la Torre e la Basilica, si sono imposte come il simbolo della nostra città.

Ora la Torre, questo meraviglioso simbolo, versa in condizioni precarie. Da molto tempo le pietre delle facciate si stanno sfaldando. Piccoli frammenti si distaccano continuamente, rendendo pericoloso sostare nei pressi del monumento e compromettendone l’intera tenuta. Per questo da molti anni è stato allestito un ponteggio di protezione. In questo stato, però, l’erosione e la struttura portante continuano a peggiorare sempre più irrimediabilmente. La nostra Torre è mascherata e non può mostrare tutta la sua imponenza. La piazza ne è impoverita. E di conseguenza la città e tutti noi.

La parrocchia, la diocesi e l’amministrazione pubblica si stanno già esponendo con fondi propri e di benefattori per coprire l’ingente intervento. Con questa mia lettera desidero interpellare anche ogni cittadino. Sono certo infatti che il restauro della Torre non sia una questione solo delle Istituzioni, ma di ognuno di noi. L’orgoglio per la nostra terra ci spinga a partecipare a questa iniziativa che desidera restituire alla città un’opera preziosa, che ne rappresenta il volto nel nostro Paese e in tutto il mondo.

Ringrazio di cuore il comitato della Torre di san Prospero, il cuore pulsante di questa ardita e desiderata impresa, per quanto ha fatto e farà e chiedo di essere generosi sostenitori della sua opera.