Reggiana, Eberini: “Qua ora comando io”

24 ottobre 2017 | 15:28
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Reggiana, Eberini: “Qua ora comando io”

Il nuovo allenatore: “La responsabilità tecnica della squadra, mia è la responsabilità nei confronti dei tifosi, della società e di tutto il popolo granata”

REGGIO EMILIA – “Comando io, mia è la responsabilità tecnica della squadra, mia è la responsabilità nei confronti dei tifosi, della società e di tutto il popolo granata”. Sergio Eberini (nella foto con il Ds Magalini) si è presentato così alla stampa oggi alla faccia di chi dice che il suo sarà solo un ruolo di facciata e che i veri tecnici, in realtà, saranno La Rosa e Tedeschi

Eberini ha aggiunto: “Le responsabilità saranno mie. Io la squadra l’ho vista e ho le mie idee su come correggere il tiro e su come essere più pragmatici, visto che ora, ciò che serve sono soltato i punti, non i voli pindarici”. Una frase da primo allenatore. L’ex numero uno granata ha 63 anni compiuti e 30 anni di carriera da allenatore alle spalle, 22 nei professionisti fra C, D e giovanili e dieci anni nel settore giovanile del Terre Matildiche.

Anche il diesse Giuseppe Magalini è stato piuttosto chiaro: “Vi presento Sergio Eberini, per i pochi che ancora non lo conoscono: il nuovo allenatore della Reggiana. Quella di Sergio è stata una cosa valutata, presa in esame dalla società ed inserito in un contesto di continuità tecnica. Sergio Eberini, a tutti gli effetti, sarà l’allenatore della Reggiana dal punti di vista decisionale, ma anche organizzativo, assieme a La Rosa e a Tedeschi assieme ai quali cercherà di migliorare quanto di poco positivo stiamo facendo dal punto di vista dei risultati”.

Ha concluso Eberini: “Sì, ci siamo sentiti rapidamente con Mike Piazza e mi ha detto “in bocca al lupo”. Cosa doverva dirmi di più? Io amo troppo questa città, dove ho scelto di vivere con la mia famiglia, e questa maglia e quando mi è stata proposta l’idea ho accettato subito. Ho trent’anni di carriera da allenatore e ho trascorso 12 anni vestendo la maglia granata. L’emozione più grossa che ho sognato di vivere era quella di essere l’allenatore della Reggiana e ora sono qui. Sento la responsabilità, questo sì, la pressione la lascio sentire ai ragazzi giovani, in rampa di lancio. Con questa mia occasione di allenare la Reggiana è come se portassi un pezzo di tutti i miei compagni di allora in panchina con me, Zandoli, Mossini e tutti gli altri, vecchi granata che mi hanno costruito come portiere. Un pezzo di loro sarà in panchina con me”.