Politecnico di Calatrava, affari d’oro per i proprietari delle aree

4 ottobre 2017 | 08:19
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Politecnico di Calatrava, affari d’oro per i proprietari delle aree

I terreni su cui potrebbe essere realizzato il gioiello dell’archistar valenciana sono per lo più dei Maramotti e della cooperazione

REGGIO EMILIA – Il successo della stazione Mediopadana può fare da traino per un ‘rinascimento’ dell’area nord: intorno a questo concetto sorge l’idea di piazzare davanti alla stazione Mediopadana un nuovo Politecnico disegnato dall’archistar Calatrava. Con questa proposta che, occorre dire, è di difficile realizzazione perché un politecnico in Emilia esiste già ed è a Piacenza, sostenuta fortemente da industriali e approvata anche dal Magnifico Rettore dell’università di Modena e Reggio Andrisano, si vuole indirizzare lo sviluppo della zona verso il concetto della qualità.

Di chi sono i terreni
Ma l’arrivo di una nuova progettazione griffata Calatrava significa, più prosaicamente, anche una complessiva rivalutazione delle aree intorno al doppio asse Ferrovia – Autostrada e al doppio polo Casello – Stazione. Diamo uno sguardo alle proprietà in questa zona: da sud est a sud ovest della stazione, procedendo più o meno da via Petrella a via trattati di Roma, troviamo proprietà di Azienda Agricola Maramotti (e non a caso Luigi Maramotti, presidente di Max Mara, era seduto proprio a fianco dell’archistar valenciana il giorno della presentazione del progetto al Valli, ndr), società Cattolica Costruzioni, Braglia spa, Varvit spa, Immobiliare Nordest, Transcoop, Gardini e Autofficina Corradini; superato viale Trattati di Roma verso ovest si trovano ancora Azienda agricola Maramotti, Engeco srl, il Casino Modena e Zini e Zambelli.

Nella parte a Nord della Mediopadana, tra la stazione e il casello il proprietario è sostanzialmente uno solo: Alleanza 3.0 attraverso la controllata al 100% Aurora. Come si legge nel bilancio di Alleanza 3.0, Aurora “è proprietaria di un compendio immobiliare di oltre 208 mila metri quadri a Reggio Emilia, sul quale la Cooperativa sta valutando un piano di sviluppo commerciale che potrebbe realizzarsi negli anni futuri”. Chissà se quel futuro ora è più vicino.

Il Palazzetto dello sport: un’idea naufragata
Di sicuro nell’ambito della cooperazione qualcuno si sta mangiando le mani: un decennio fa il nuovo Palazzetto degli eventi doveva essere costruito proprio in quella zona, un’area che oggi fa capo ad Alleanza 3.0 e che si trova davanti alle Fiere.

Un’idea che, con il successo della stazione di Calatrava, avrebbe potuto mietere un successo clamoroso, vista la vicinanza allo snodo ferroviario e a quello autostradale: ma che purtroppo è rimasta solo su carta, anche per l’opposizione ad un trasferimento dell’Ipercoop in quella zona manifestato da uno dei più influenti proprietari della zona, Maramotti. Nelle intenzioni dei proponenti in quella zona sarebbe dovuto ‘planare’ un ‘mall’ moderno con coop, negozi di pregio e 2 – 3 luoghi di ritrovo, tra cui una arena all’aperto da 3 – 4mila spettatori e un teatro coperto da 2mila spettatori circa. Spazi flessibli, immaginati per la fruizione e la produzione di cultura. L’idea comprendeva anche un laboratorio ‘del fare’ per arti e artigianato.

Il problema degli elettrodotti
Mentre si cerca di capire che fine farà la zona a nord del doppio asse ferrovia – stazione, più chiare sono le prospettive della zona a sud. Nell’area che gravita intorno allo stabilimento Brevini, il Psc ha stabilito si possano insediare aziende di eccellenza. Non servono varianti: le aree sono edificabili. E inoltre, come ha rivelato l’ex consigliere comunale Giacomo Giovannini, alcune richieste di variante in riduzione chieste da proprietari di terreni in quell’area, per riportare ad agricola la destinazione d’uso, sono state rifiutate. Ma c’è un grande ma: proprio in quella zona corrono due elettrodotti che limitano fortemente le potenzialità dell’area e il cui interramento è fermo da anni. Si tratta dell’elettrodotto Tav (in due tratti: dal nuovo casello al Crostolo verso ovest e dal vecchio casello a via Petrella, verso est) e dell’elettrodotto Terna, che dovrebbe essere smantellato dalla stessa società: i lavori, pur essendoci dei fondi disponibili, non sono mai partiti.