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E’ morto Corrado Corghi, il dissidente della sinistra Dc

7 ottobre 2017 | 17:09
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E’ morto Corrado Corghi, il dissidente della sinistra Dc

L’intellettuale cattolico è scomparso all’età di 96 anni. Conosceva i giovani brigatisti reggiani: cercò di liberare il giudice Sossi e provò a fare da intermediario anche per Moro. I funerali martedì mattina

REGGIO EMILIA – E’ scomparso oggi, all’età di 97 anni, il professor Corrado Corghi (foto), ex dirigente della Dc, intellettuale cattolico di primo piano. Corghi, dopo l’esperienza partigiana, ha ricoperto ruoli direttivi nell’Azione cattolica nazionale e poi è stato segretario provinciale della Dc dal 1950 al 1959, segretario regionale dal 1952 al 1967 e membro della direzione nazionale dal 1952 al 1964. Ha ricoperto anche il ruolo di presidente dell’arcispedale Santa Maria Nuova dal 1954 al 1964.

E’ stata una delle voci più autorevoli della “sinistra democristiana” fino alla decisione di abbandonare il partito nel 1968 a causa dei dissensi sulla politica di allineamento acritico verso gli Usa e alla frontale contrapposizione nella guerra fredda senza l’avvio di un’analisi delle diversificazioni e delle crisi del mondo comunista.

Corghi conosceva bene anche gli ex brigatisti reggiani, in primis Franceschini che, quando ancora non erano scivolati nell’estremismo, si riunivano anche a casa sua affascinati da questo democristiano di sinistra inviato in Sud America per conto della Congregazione De Propaganda Fide. Per conto del Vaticano, inoltre, Corghi partecipò attivamente alla liberazione di Regis Debray, un giovane intellettuale francese vicino al Partito socialista e proveniente da un’influente famiglia cattolica.

Il ruolo nel sequestro Sossi
Il professore ebbe anche un ruolo nel tentativo di liberare uno dei primi uomini sequestrati dalle Brigate rosse, il giudice Sossi che fu rapito il 18 aprile del 1974. Ecco come lo racconta al vostro cronista nel libro L’Appartamento: “Le Brigate Rosse mi contattarono tramite Franceschini perché volevano sapere se era possibile, in qualche modo, trovare una soluzione (i brigatisti chiedevano la liberazione di alcuni detenuti in cambio di quella del giudice, ma lo Stato non accettava e la situazione non si sbloccava, ndr). La richiesta dei brigatisti era di poter liberare dal carcere e mandare a Cuba i detenuti della XXII Ottobre. Io, a l’Havana, avevo buoni rapporti con l’ambasciatore presso la Santa Sede a Cuba. E quindi parlai direttamente con lui per chiedere se, eventualmente, poteva aiutarci. La risposta iniziale di Fidel Castro era sostanzialmente non dico entusiasta, ma possibilista. Lo riferii a Franceschini quando ci incontrammo in una chiesa a Roma. La liberazione sembrava possibile. Dopo, invece, arrivò un no da Cuba. La risposta dell’ambasciatore fu che c’era stato un “ripensamento”. Io non riuscii a sapere se questo ripensamento era venuto in seguito a pressioni dall’Italia o era autentico, del governo cubano. Io credo che sia stata una decisione del governo di Cuba. Penso che abbiano fatto una riunione e che abbiano cominciato a ragionare sopra a questo problema delle Brigate rosse e al rapporto con il Pci e l’Unione sovietica. Probabilmente, per avere maggiori informazioni sulle Br, avranno anche parlato con il Pci italiano. E il Pci gli avrà detto: “Lasciate perdere”.

Corrado Corghi con De Gasperi

Il tentativo di liberare Moro
Passano quattro anni e Aldo Moro viene rapito dalle Br. Corghi, memore di quel contatto di quattro anni prima, provò di nuovo a entrare in contatto con i capi storici delle Br, con gli esponenti in carcere (fra cui c’era Franceschini, ndr), affinchè lanciassero loro un appello affinché Moro non fosse ucciso. Si rivolse a un altro politico reggiano, il senatore della Dc Franco Bonferroni che lo accompagnò a Roma. Corghi andò dall’allora ministro degli Esteri, Arnaldo Forlani, ma quando quest’ultimo capì cosa gli stava proponendo disse che non poteva fare nulla per assecondare la sua idea. Il professore provò con altri tre ministri, ma ebbe sempre risposte negative.

Gli ultimi anni
Recentemente, nel 2014, per l’editore “Consulta Librieprogetti” ha scritto Guardare alto e lontano. La mia Democrazia Cristiana”. Venticinque anni di storia della Democrazia cristiana (dal 1943 al 1968) nelle memorie di un protagonista di primo piano che lascia il partito nel momento in cui si manifesta una caduta dei valori ideali e si manifestano le speranze e le utopie della contestazione giovanile che Giorgio La Pira definirà “un volo di rondini”. Nel 2008 ha fatto parte del casting del film-documentario “Il sol dell’avvenire” realizzato da Giovanni Fassanella e Gianfranco Pannone in cui si raccontava la genesi della colonna reggiana delle Brigate rosse a partire dalle riunioni nel famoso “Appartamento”.

Corrado Corghi davanti al Santa Maria Nuova

Il cordoglio
Messaggi di cordoglio sono arrivati dal ministro Graziano Delrio che ha scritto: “Dobbiamo un ringraziamento oggi, come reggiani e come italiani, al professor Corrado Corghi che ha accompagnato per quasi un secolo la storia d’Italia. Da incarichi politici, associativi e amministrativi, come l’illuminata presidenza dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, e nelle sue scelte di uomo impegnato, ha sempre saputo guardare oltre le ideologie, personaggio anche ‘scomodo’ che ha perseguito con intima coerenza un ‘guardare alto e lontano’ mettendo al primo posto gli ultimi e le giovani generazioni”. Il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, aggiunge: “Per molti, Corrado Corghi è stato un maestro e che, per la nostra comunità, è stato e rimarrà per sempre un esempio, uno dei più autorevoli esempi di autonomia di pensiero, di vivacità intellettuale, di amore per la libertà e la giustizia, di dedizione al bene comune. A noi il difficile compito di non disperdere l’enorme patrimonio ideale che ci ha lasciato”. Infine il sindaco Luca Vecchi: “Dirigente politico della Dc al governo nazionale nel 1960, Corghi scelse di partecipare ai funerali dei ragazzi che vennero uccisi in piazza a Reggio Emilia il 7 luglio, nel giorno in cui lo Stato sparò a se stesso. Un gesto di grande lungimiranza politica, che ne testimoniò la vicinanza e l’adesione all’anima profonda di questa città. In questo momento di dolore esprimo a nome dell’Amministrazione comunale e mio personale i sentimenti di cordoglio, di vicinanza e di affetto ai familiari, agli amici e ai conoscenti del professor Corghi”.

I funerali
Il professor Corghi lascia un figlio, la nuora e i nipoti. Il funerale si terrà martedì alle 10,30, partendo dalla camera ardente del nuovo cimitero di Coviolo, per la chiesa di S. Pietro dove alle 11 circa si celebrerà la messa, poi si proseguirà per il cimitero Monumentale, dove avverrà la tumulazione.